Candidature aperte ai non iscritti e nuove multe, ecco lo statuto M5S

Candidature aperte ai non iscritti e nuove multe, ecco lo statuto M5S
di Stefania Piras
Sabato 30 Dicembre 2017, 09:53
3 Minuti di Lettura
Regole e statuto del M5S saranno piegati alle nuove esigenze politiche e giudiziarie. Il punto è trovare un compromesso tra l' originaria ortodossia e l'estrema apertura civica di cui ha bisogno in questo momento storico il nuovo capo politico Luigi Di Maio. Arriva per esempio una nuova multa per i cambi di casacca quantificata in centomila euro. E pazienza se non è costituzionale e dove esisteva già, ovvero nel codice degli eurodeputati M5S, non è mai stata applicata. Come anticipato dall'Adn Kronos, invece, per chi intende correre con il simbolo M5S spunterà questo nuovo deterrente e spauracchio.

Rivoluzione invece sulle candidature dei collegi uninominali dove saranno schierati esponenti della società civile che non avranno quindi bisogno di sottoporsi al voto online ma soprattutto di essere iscritti al M5S, requisito prima fondamentale. Nelle regole di cinque anni fa infatti i candidati potevano essere solo coloro che si erano già presentati alle elezioni comunali o regionali con il logo M5S e avessero «certificato la loro identità tramite il caricamento di un proprio documento sul sito».
 
Ecco, l'iscrizione a Rousseau non entusiasma i nuovi candidati e perciò si cambia. I parlamentari uscenti intanto si stanno affannando sui social: la campagna elettorale è appena iniziata e intendono riconquistare il loro seggio. Per questo non hanno gradito le novità che stanno emergendo. «Se sarò candidato...» premette in un video il senatore Nicola Morra, svelando così tutta l'incertezza che regna sul futuro. Il voto online infatti non basterà. Luigi Di Maio potrà scegliere anche all'ultimo momento chi candidare e chi no, sarà lui a decidere. L'aggiornamento e l'apertura ai non iscritti è dovuto anche alla lezione che i vertici pentastellati hanno imparato dalle scorse elezioni amministrative in cui la componente civica è risultata vincente al traino dei partiti tradizionali. L'obiettivo del M5S è non caratterizzarsi troppo e attirare così il voto moderato. Brutte notizie insomma per quella corrente ortodossa che ha sempre fatto della propria militanza un vanto e una corsia preferenziale per poter proteggere il Movimento da incursioni spurie.

D'altronde, Di Maio non visita più i meetup da un pezzo. Alle sezioni grilline ha preferito le aziende lombarde e venete, platee perfette per candidati imprenditori alla Massimo Colomban che hanno voti e non hanno invece alcuna intenzione di discutere di politica online o rinnegare un diverso passato politico. L'altro ieri nell'ennesimo video sui social Di Maio ha ripetuto: «Basta, non siamo e non saremo più all'opposizione». Tradotto: tutte le interrogazioni e le battaglie locali contro le grandi aziende e le loro necessità di sviluppo ed espansione sono archiviate.

Altra novità, lo statuto cambia dopo un anno, soprattutto per cercare di attirare meno ricorsi visto che sull'attuale pende quello dell'avvocato Lorenzo Borré, che ha difeso e vinto le battaglie legali di espulsi e sospesi. Il punto debole dello statuto M5S infatti è la sua approvazione: il codice civile chiede che avvenga tramite assemblea a cui prendano parte almeno i tre quarti degli iscritti e così non è stato. Infine, nella formattazione generale, c'è da stravolgere una, la norma aurea che vieta alleanze o coalizioni.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA