Altolà di Marina, Berlusconi cancella il tour al Sud: niente tappa a Napoli

Altolà di Marina, Berlusconi cancella il tour al Sud: niente tappa a Napoli
di Paolo Mainiero
Mercoledì 21 Febbraio 2018, 10:47 - Ultimo agg. 20:03
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Il Sud è decisivo per la vittoria e Silvio Berlusconi aveva programmato un lungo viaggio nel Mezzogiorno per tirare la volata al centrodestra. Campania e Sicilia le tappe di un tour che invece non ci sarà. Niente incontri, niente comizi. A fermare Berlusconi sarebbe stata la figlia Marina, preoccupata per l'eccessivo numero di impegni a cui è sottoposto il padre in questi giorni e per un viaggio non propriamente turistico tra Napoli e Palermo. In Campania l'agenda era molto fitta, con una prima simbolica tappa all'inceneritore di Acerra che nel 2008 il governo Berlusconi sbloccò dopo anni di veti e proteste. Poi, erano in programma due appuntamenti in città, uno al teatro Augusteo, l'altro in un albergo del lungomare per una cena. Tutto saltato per il deciso stop imposto da Marina, che nei già nei giorni successivi alla formazione delle liste si era sfuriata per gli eccessivi impegni politici del genitore.


A Berlusconi non restano che pochi impegni pubblici a Milano (e probabilmente a Roma) e soprattutto restano i tanti impegni televisivi nei quali, a sentire il suo staff, dà il meglio di sé. Insomma, mettersi a girare l'Italia da Nord a Sud sarebbe anche superfluo. Ieri, il leader di Forza Italia ha incontrato gli imprenditori di Assolombarda e poi è stato ospite di Corriere.it. A poco meno di due settimane dal voto, Berlusconi è convinto che il centrodestra possa ottenere una maggioranza autonoma. Ma qualora non dovesse accadere il leader di Forza Italia non pensa alle larghe intese. Piuttosto, non avrebbe difficoltà ad accettare il sostegno dei fuoriusciti del M5s, dei parlamentari che per le grane legate ai rimborsi o ad altre vicende potrebbero decidere di confluire nel gruppo Misto. «Non si dice mai di no a chi è pronto a sottoscrivere il tuo programma - ha sottolineato -. I grillini sono persone prese un po' a casaccio, gente che in molti casi non ha mai lavorato. Sostenere il governo sarebbe molto conveniente per loro: incasserebbero la totalità dell'indennità di carica. Tuttavia credo che non ne avremo bisogno perché avremo la maggioranza. E se non ci fosse torneremmo a votare». Niente grosse coalizioni, insomma.

Se invece il centrodestra dovesse arrivare al 40 per cento, Berlusconi non ha dubbi sul fatto che sia Forza Italia ad esprimere il presidente del Consiglio. Il nome, ribadisce ancora una volta, «lo dirò prima delle elezioni e - aggiunge - nella rosa c'è anche quello di Antonio Tajani». Berlusconi fa sapere di avere in mente anche il nome del ministro della Giustizia: «Non sarà Ghedini - premette - ma deve comunque essere o un avvocato oppure un magistrato». Quanto al titolare dell'Economia invece, il leader di Forza Italia non esclude che possa essere un tecnico. «Io - dice di se stesso - sarò il regista, il garante di questo governo». Un ruolo che non richiede nemmeno il suo ritorno in Parlamento ecco perchè (forse anche con un pizzico di scaramanzia) il Cavaliere fa sapere di non aspettare con impazienza la sentenza della corte di diritti di Strasburgo. «Se il mio ruolo da regista funzionerà come credo - dice - non c'è bisogno che io ritorni». D'altronde, incontrando gli imprenditori lombardi ha voluto prendere le distanze dalla politica: «Mi fa schifo - spiega - con tutti i tradimenti che si vedono». Una presa di distanza anche dall'ipotesi di una candidatura al Colle alla scadenza del settennato di Mattarella: «Non è il momento di parlarne e poi non è mai stato il mio sogno».

Quanto al programma, Berlusconi promette interventi per combattere la disoccupazione giovanile. «Puntiamo - dice - a incentivare il lavoro a tempo indeterminato». E lancia lo young act. Il Cavaliere conferma il progetto della flat tax al 23% («la porteremo in aula prima dell'estate»).
 

 

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