Bankitalia, il Pd contro il governatore Visco. L'ira del Quirinale: «Mozione inopportuna»

Bankitalia, il Pd contro il governatore Visco. L'ira del Quirinale: «Mozione inopportuna»
di Alberto Gentili
Mercoledì 18 Ottobre 2017, 09:34 - Ultimo agg. 15:37
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Quando, poco dopo pranzo, da Montecitorio rimbalza il testo della mozione ammazza-Visco targata Pd, un terremoto istituzionale scuote dalle fondamenta Palazzo Chigi e il Quirinale.

Sergio Mattarella chiama al telefono Paolo Gentiloni. Il capo dello Stato vuole sapere se il premier era stato informato della zampata di Matteo Renzi. Fa presente che quella mozione, con cui il segretario dem entra a gamba tesa sul processo di nomina del nuovo governatore della Banca d'Italia, è «inappropriata e inopportuna». Un vero e proprio atto di eversione istituzionale.

Per due ragioni. La prima: i principi di indipendenza e autonomia di palazzo Koch dalla politica sono stati calpestati. La seconda: con la mozione il Pd ha violato le prerogative del governo e del capo dello Stato, cui spetta la nomina del governatore, compiendo una grave interferenza. Irritazione e concetti illustrati in serata da fonti parlamentari vicine al Presidente: «Mattarella ritiene che le prese di posizione riguardanti Bankitalia debbano essere ispirate a esclusivi criteri di salvaguardia dell'autonomia e indipendenza dell'Istituto, nell'interesse della situazione economica dell'Italia e della tutela del risparmio degli italiani». A tali principi «deve attenersi l'azione di tutti gli organi della Repubblica, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo». Un vero e proprio altolà. Un solenne richiamo all'ordine.

Gentiloni, che con Renzi ha un antico legame di amicizia, non può far altro che allargare le braccia. No, il segretario del suo partito non l'ha avvertito della mossa volta a stoppare la riconferma di Ignazio Visco in Bankitalia. E come il capo dello Stato, anche il premier è sconcertato e irritato. 

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