Banche, resa dei conti vicina: i big sfilano in commissione

Banche, resa dei conti vicina: i big sfilano in commissione
di Marco Conti
Lunedì 18 Dicembre 2017, 08:49 - Ultimo agg. 14:39
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Ultimi giorni di legislatura e anche ultimi giorni per la Commissione d'inchiesta sulle banche che oggi ascolterà il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, mentre per domani è previsto l'arrivo del governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Settimana incandescente anche se mai come quella appena conclusa che ha visto il presidente della Consob Giuseppe Vegas riaccendere le polemiche su Banca Etruria e la sottosegretaria Maria Elena Boschi per «nascondere le sue responsabilità», come sostenuto dal ministro Calenda.

Il film della scorsa settimana difficilmente si riproporrà anche se il calendario della Commissione prevede per dopodomani l'audizione dell'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni che dovrebbe confermare o smentire pressioni da parte della Boschi per un possibile acquisto della banca di Arezzo. Nel pomeriggio di mercoledì sono anche attesi Ignazio Angeloni, componente del supervisory board della Bce. A seguire Grazia Colacicco, sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Milano. Il giorno dopo sono convocati Vittorio Grilli, già direttore generale del Tesoro, viceministro e ministro dell'Economia, Giulio Tremonti - che continua a non dare certezze sulla sua volontà di presentarsi davanti ad una Commissione che definisce «una pagliacciata» - e a seguire Fabrizio Saccomanni, ex Bankitalia, poi ministro dell'Economia nel governo Letta e ora Unicredit. Venerdì, ultimo giorno, è previsto l'arrivo di Flavio Valeri, ad di Deutsche Bank Italia, e Mario Monti ex presidente del Consiglio e senatore a vita.
 
Era prevedibile sin dall'inizio che non sarebbe stato facile ricostruire, in un margine di tempo molto ridotto, le responsabilità degli amministratori e degli enti controllori, Bankitalia e Consob, sui crack degli ultimi anni. Ancor più difficile farlo a ridosso della campagna elettorale. Il risultato che al Nazareno, sede del Pd, si cerca ora di scongiurare è quello del boomerang. Un rischio che la scorsa settimana è diventato concreto dopo l'audizione di Vegas che, tra molti non ricordo relativi ai sette anni trascorsi in Consob, ha raccontato di un pranzo con l'allora ministra per le Riforme nel quale la Boschi espresse dubbi sulla possibile acquisizione di Etruria da parte della Popolare di Vicenza. Proprio su questo domani verrà ascoltato il governatore di Bankitalia. Per i dem, impegnati a dimostrare che non c'è stato conflitto di interessi nelle azioni della Boschi e che nessun vantaggio ne ha tratto nè la sua famiglia nè Etruria, sono gli organi di vigilanza ad aver sbagliato - Consob compresa - perchè hanno sottovalutato la situazione degli istituti di credito tra operazioni baciate, crediti senza controllo, favori ad amici e parenti e truffe ai risparmiatori.

Un intreccio di questioni e vicende dove è importante il fattore temporale che spesso la polemica politica confonde. Ieri sono andati all'attacco i grillini con Luigi Di Maio che sostiene che il Pd è dentro lo scandalo «sino al collo» e che altre verità verranno fuori sull'asse «Boschi, Renzi, Verdini, Berlusconi». Il vicepresidente della Camera si riferisce al prestito che il senatore di Ala ha avuto da Veneto Banca, garantito dal Cavaliere e restituito, a differenza di altri ancor più cospicui prestiti non rimborsati su cui tutto tace. Il leghista Roberto Calderoli chiede le dimissioni di Casini da presidente mentre il suo segretario, Matteo Salvini, si dice poco interessato al caso Boschi perché «a me interessa ridare i soldi alla gente».
 

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