​Trump, spallata
alla comunità Lgbt

Trump, spallata alla comunità Lgbt
di Luca Marfé
Giovedì 23 Febbraio 2017, 17:57 - Ultimo agg. 20:27
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NEW YORK - Arriva con un tratto di penna del ministro dell’Istruzione Betsy DeVos la prima spallata alla comunità di lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Crolla così uno dei pochi fronti sui quali Donald Trump era apparso molto prudente sin dalle prime battute della sua cavalcata elettorale.

La missiva indirizzata a tutti gli istituti scolastici del Paese è stata oggetto di un vero e proprio braccio di ferro tra la Casa Bianca ed i vertici dell’educazione e cancella di colpo la direttiva firmata Obama tesa a tutelare gli studenti transgender. Direttiva che, nello specifico, consentiva ai ragazzi di utilizzare i bagni sulla base della propria identità sessuale e non sulla base di quella riportata sui propri documenti.
Una questione che, a primo acchito, potrebbe apparire marginale, ma che viceversa assume una rilevanza enorme per diverse ragioni.

Evidenzia innanzitutto un clima piuttosto teso all’interno della nuova amministrazione: pare infatti che la DeVos non avesse nessuna intenzione di spedire in soffitta le tutele anti-discriminazione e anti-bullismo poste in essere da Obama e sia stata in buona sostanza posta di fronte al bivio firma o dimissioni. 

Ma c’è dell’altro. Il tycoon, infatti, aveva in più di un’occasione rassicurato pubblicamente la comunità Lgbt, citata addirittura nel suo discorso di accettazione della candidatura repubblicana (primo presidente di destra dell’intera storia statunitense a compiere questo prezioso gesto). Ma ha di colpo cambiato idea. Aspetto che, evidentemente, preoccupa paladini e volti di un vasto panorama di rispetto e tutele dei diritti umani che temono possa trattarsi soltanto del primo di tanti passi orientati ad un brusco dietrofront.

E così, allo sgomento e alla rabbia dei democratici, il cui popolo si è radunato dinanzi ai cancelli della Casa Bianca per manifestare la propria rabbia, si sommano la confusione e i tanti dubbi dei repubblicani che credevano di aver definitivamente voltato pagina su certi scontri socio-culturali e speravano di potersi dedicare a tempo pieno alle cosiddette questioni “bread and butter” (pane e burro, ndr), ossia ai problemi reali del Paese quali crescita economica, lavoro e infrastrutture.

A quanto pare, però, alimentare una certa tensione all’interno del panorama a stelle e strisce sta diventando, o meglio è già diventata, una vera e propria strategia di una sorta di campagna elettorale perenne.
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