Usa, ecco le prove contro Sabrina Meng: lady Huawei accusata di aver mentito alle banche sugli affari con l'Iran

Usa, ecco le prove contro Sabrina Meng: lady Huawei accusata di aver mentito alle banche sugli affari con l'Iran
di Erminia Voccia
Domenica 9 Dicembre 2018, 13:10 - Ultimo agg. 10 Dicembre, 09:58
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Il numero due del gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei Sabrina Meng Wanzhou resta in prigione, così ha deciso la procura canadese venerdì 7 dicembre, rimandando a lunedì l'udienza sul rilascio dietro cauzione. Meng Wanzhou rischia 30 anni di carcere e protetta dal vetro antiproiettile sembrava «un pesce rosso in una boccia di vetro», ha scritto South China Morning Post, un'immagine che per i cinesi è più di una sfida. Con l'arresto di Meng in Canada, emesso su richiesta americana il 1 dicembre, gli Usa hanno tra le mani un pesce molto grosso.



La detenzione del direttore finanziario della stella dell'hi-tech cinese è stata prolungata per pericolo di fuga legato alla sua ricchezza. Huawei è accusata dal governo degli Stati Uniti di aver stretto affari con l'Iran violando le sanzioni internazionali imposte contro il regime di Teheran. Un procuratore canadese è stato il primo a svelare i dettagli di un arresto destinato a inevitabili ripercussioni sui rapporti Usa-Cina, mandando forse a monte la temporanea tregua nei dazi.

Meng Wanzhou è accusata di aver mentito quando nel 2013 disse a una banca che Huawei non aveva alcun legame con la Skycom, impresa di base a Hong Kong che secondo alcuni dossier avrebbe venduto prodotti americani agli iraniani. Nel 2013 l'agenzia Reuters aveva riferito che alla fine del 2010 l'ufficio Skycom di Teheran aveva proposto all'iraniana Mobile Telecommunication Co la vendita dell'equivalente di 1,2 milioni di euro di prodotti HP. La proposta era contenuta in un documento di più di 13 pagine contrassegnate dal logo Huawei. Skycom sei anni fa era già considerata uno dei maggiori partner di Huawei, ma sia il colosso cinese di Shenzhen, sia Skycom che HP avevano negato rapporti con l'Iran. I report di Reuters avrebbero provato stretti legami tra Meng, Skycom e Huawei anche negli anni precedenti. Tuttavia, il legale della donna ha affermato che Huawei si era già liberata di Skycom.

Ma la vendita di prodotti all'Iran è solo la parte più superficiale del caso Meng. Huawei è uno dei fiori all'occhiello della strategia del presidente cinese Xi Jinping volta a fare della Repubblica Popolare un grande Paese esportatore di prodotti ad alto valore tecnologico. Xi vuole che il mondo abbandoni la percezione della Cina quale “fabbrica del mondo” di prodotti a basso costo. Usa e Cina si contendono il primo posto nel campo dell'informatica e della tecnologia e nessuna delle due potenze sembra intenzionata a lasciare il passo all'altra. Per il governo americano, Huawei avrebbe aiutato le agenzie cinesi a spiare gli Stati Uniti, mettendo a rischio la sicurezza nazionale Usa. A dirlo sarebbe un rapporto della Commissione Intelligence della Camera. L'inchistea The big hack di Bloomberg Businessweek, settimanale dell'agenzia di stampa, aveva messo in luce inoltre un'enorme operazione di spionaggio informatico attraverso la quale gli hacker cinesi avrebbero impiantato microchip spia grandi meno di un chicco di riso in schede madre prodotte in Cina per conto di una delle più grandi case di server al mondo. L'obbiettivo era attaccare la catene di montaggio Usa colpendo almeno 30 grandi aziende statunitensi, tra cui Apple e Amazon. I server modificati sarebbero stati usati anche dal Dipartimento della Difesa Usa e dalla Cia. Secondo l'inchiesta, una sezione speciale dell'Esercito di Liberazione Popolare, le forza armate cinesi, risponderebbe all'ordine di Pechino di spiare gli Stati Uniti.

Huawei contesta le accuse, mentre secondo la Cina gli Stati Uniti starebbero violando il diritto alla libertà di una donna molto potente senza alcuna chiara motivazione, se non quella di voler porre un freno allo sviluppo cinese. Proprio come era accaduto con la sorellina di Huawei, la Zte, salvata in extremis dal fallimento perché sospettata di aver violato le sanzioni contro l'Iran e contro la Corea del Nord. 


La sorellastra di Sabrina Meng Wanzhou, Annabel Yao, figlia del fondatore di Huawei e studentessa di Harvard, al ballo delle debuttanti di Parigi

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