Usa, i due forni non pagano: Tillerson vuole negoziare con la Corea del Nord, Trump no

Usa, i due forni non pagano: Tillerson vuole negoziare con la Corea del Nord, Trump no
di Luca Marfé
Giovedì 14 Dicembre 2017, 16:15 - Ultimo agg. 20:05
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NEW YORK - Rex Tillerson vuole negoziare con la Corea del Nord. Ma la Casa Bianca non ci sta, lo smentisce per l’ennesima volta e tiene alta la soglia della tensione.

Non c’è soltanto la consueta zampata di Donald Trump, però. Lo stesso Dipartimento di Stato, cui Tillerson è alla testa nelle vesti di ministro degli Esteri, esprime in una nota ufficiale forti perplessità riguardo all’idea di intavolare una discussione con il nemico orientale.

Kim Jong-un è un dittatore e, fino a quando non avrà rinunciato alle sue pericolose iniziative e parallelamente rivisto i suoi atteggiamenti rissosi, con lui non si parla.

Questo il messaggio che in buona sostanza filtra dalle posizioni dell’entourage del presidente e da quello del segretario di Stato.

Tillerson sempre più solo al centro di una scena politico-diplomatica che Trump ha tutto l’interesse a mantenere infiammata. Tanto per distrarre le attenzioni del pubblico da Russiagate e grane di politica interna, quanto per mostrare al mondo i “muscoli” di un’America che non si lascia intimorire da nessuno e che recita appieno la sua parte di superpotenza. Concetto assai caro proprio agli elettori del tycoon.

Insomma, di «sedersi faccia a faccia con Kim», «senza pregiudizi» come auspicato da Tillerson, per il momento non se ne parla. Nessun cambio di rotta fino a quando non saranno cessati i test nucleari e le dichiarazioni al vetriolo a danno degli Stati Uniti.

Dal canto suo, infine, lo stesso Kim è quasi costretto a procedere lungo il sentiero, buio ma necessario, del confronto-scontro. Pyongyang e dintorni sono in ginocchio a causa delle sanzioni economiche imposte dalle Nazioni Unite e l’unico vero collante di un Paese sull’orlo del collasso sembra essere proprio l’inossidabile narrativa del nemico alle porte.

Muro contro muro, dunque. E, per il momento, nessuna luce in fondo al tunnel.


(Il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson)

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