Una scossa per l'Ue
ora serve una svolta

di Nando Santonastaso
Venerdì 24 Giugno 2016, 10:39 - Ultimo agg. 10:40
2 Minuti di Lettura
Lo schiaffo degli inglesi è arrivato nonostante i sondaggi e molte ottimistiche previsioni sull’esito della Brexit facessero pensare il contrario. È stato uno schiaffo soprattutto per David Cameron, il premier di Londra, che il referendum l’aveva voluto non tanto per rafforzare il rapporto con l’Unione Europea, ma per testare la sua credibilità interna. La scelta, a conti fatti, peggiore della sua carriera politica.

Ora però, purtroppo, i cocci della Brexit dovranno dividerseli i paesi che nell’Europa ancora ci sono. Perché la sconfitta di chi voleva che la Gran Bretagna restasse nell’Ue rischia ora di provocare un pericoloso effetto di imitazione, rilanciando le aspirazioni populistiche che già da tempo sono al centro dell’agenda politica di molti Paesi europei. Indicativo, in proposito, sarà il voto di domenica prossima in Spagna, dove la presenza di movimenti e gruppi euroscettici è già forte e rischia di diventarlo ancora di più.

Cosa accadrà dunque adesso? L’Ue, grazie solo ed esclusivamente alla Bce di Mario Draghi, ha gli strumenti finanziari per evitare il bagno di sangue che già questa mattina, inevitabilmente, ha caratterizzato la riapertura dei mercati. Ma proprio Draghi da tempo ripete che la Banca Centrale di Francoforte non può continuare a sostituirsi ai governi dei paesi membri. Il nodo, insomma, era e rimane politico perché l’Ue dei 21 milioni di disoccupati, dei regimi fiscali diversi da Stato a Stato, del tutti contro tutti sulla gestione dell’immigrazione, non può sperare di durare a lungo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA