Un pesantissimo colpo all'indipendenza dell'informazione in Turchia, dopo la chiusura dei media anti-Erdogan legati alla presunta rete golpista di Fethullah Gulen, tra cui Zaman. A guidare la cordata di acquirenti, tra cui ci sarebbe anche un gruppo straniero, è la holding della famiglia di Yildirim Demiroren, ex proprietario del Besiktas e attuale presidente della Federazione calcistica turca, che già nel 2011 aveva già assunto il controllo dei quotidiani di opposizione Milliyet e Vatan, cambiandone radicalmente la linea editoriale. Un affare concluso già all'epoca con il gruppo guidato dall'81enne Dogan, costretto a cedere i due giornali per pagare una maxi-multa da 2,5 miliardi di dollari per evasione fiscale, che l'opposizione denunciò come un'intimidazione.
Tra i media oggetto della nuova cessione ci sono anche la versione in inglese di Hurriyet e il diffuso quotidiano sportivo Fanatik.
Alla notizia dell'accordo, le azioni della holding Dogan e quelle del gruppo editoriale appena venduto hanno fatto un balzo in avanti di quasi il 20%. A un anno e mezzo dalle elezioni presidenziali, che potrebbero essere anticipate per sfruttare l'euforia nazionalista dopo la conquista dell'enclave curdo-siriana di Afrin, Erdogan controlla di fatto quasi tutti i principali media del Paese. Secondo i calcoli del giornale Birgun, 21 dei 29 quotidiani generalisti a tiratura nazionale faranno adesso capo al cerchio magico del presidente. In altre parole, il 90% delle copie in circolazione. Le poche voci del dissenso restano confinate in pochi giornali, come Cumhuriyet, e qualche sito indipendente, spesso alle prese con il pugno di ferro della censura di Stato. E nella Turchia che dal 2016 è sotto lo stato d'emergenza, 154 giornalisti sono ancora in carcere.