Trump dietrofront su Twitter:
«Nessun accordo sui Dreamers»

Trump dietrofront su Twitter: «Nessun accordo sui Dreamers»
di Luca Marfé
Giovedì 14 Settembre 2017, 15:21 - Ultimo agg. 16:10
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NEW YORK - L’ennesima giravolta di Donald Trump. L’orizzonte dei “Dreamers” sembrava meno cupo grazie alle dichiarazioni di una presunta intesa che si pensava fosse maturata tra tra il tycoon e i leader democratici. E invece no, il destino dei cosiddetti “sognatori”, gli 800mila giovani figli di clandestini, torna di colpo in bilico con un solo tweet. «Non c’è stato nessun accordo la notte scorsa sul DACA», il Deferred Action for Childhood Arrivals, ossia il programma approvato da Obama nel 2012 che ha consentito alle nuove generazioni nate sul territorio americano di non essere espulse. E ancora: «La sicurezza delle frontiere su larga scala deve essere concordata a fronte di un consenso. Deve essere soggetta a un voto».




140 caratteri, stringati e diretti com’è del resto nello stile Trump, tesi a rassicurare la propria base elettorale e a scongiurare l’ipotesi di un altro patto sotto banco con il duo della rappresentanza democratica Nancy Pelosi e Chuck Schumer, rispettivamente leader della minoranza alla Camera e al Senato. Perché un altro accordo c’era già stato, e soltanto pochi giorni fa, attorno alla possibilità di sforare il tetto del debito pubblico. Un’intesa che aveva fatto infuriare gli ambienti repubblicani che, con il netto dietrofront di questa mattina rispetto a quelle che erano le voci circolate nella notte, il presidente punta invece a tranquillizzare.

E lo fa anche attraverso un secondo tweet, immediatamente successivo a quello sui “Dreamers”, che verte attorno ad un altro dei suoi cavalli di battaglia: il Muro con il Messico. «Il MURO - scritto proprio così, a caratteri cubitali quasi a volerne rafforzare struttura e impatto mediatico - che è già in costruzione sotto forma di ristrutturazione delle vecchie e  precedenti recinzioni e mura, continuerà ad essere costruito».



Non si torna indietro, dunque. Né riguardo al primo né riguardo al secondo fronte. Sui “sognatori” la parola è già passata al Congresso che ha sei mesi di tempo per sistemare la questione. Sull’immigrazione in generale, invece, si va avanti ad oltranza con la rigida retorica della legalità e della sicurezza che predilige i muri all’accoglienza.

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