Trump insiste sul muro col Messico:
«Di pannelli solari, si pagherà da sé»

NEW YORK - «Stiamo pensando di costruire un muro “solare” che possa generare energia, capace così di pagarsi da solo. In questo modo, il Messico si ritroverà a spendere molto meno per finanziarlo. Mi sembra un’ottima cosa, no?». Parole e voce di Donald Trump che porta a spasso la sua retorica lungo la linea di confine tra il geniale e il ridicolo.

«Vedremo, ci stiamo lavorando. Enormi pannelli solari a comporre il muro. Pensateci, più sarà alto, più avrà valore. Fa un gran caldo laggiù, c’è sempre il sole. Niente male in fatto di immaginazione, no? Una mia idea!». Sorride ed ostenta la sua consueta smorfia di fierezza.

All’indomani delle vittorie maturate in Georgia e South Carolina, la scena è quella di un vero e proprio comizio in Iowa dove il presidente si è recato per dialogare con la sua platea. Complimenti a scena aperta per i candidati repubblicani usciti vittoriosi dalle urne delle elezioni speciali congressuali e rilancio quasi inaspettato di uno dei suoi grandi cavalli di battaglia.

Non è la prima volta che il presidente e il suo team avanzino una proposta del genere e non si capisce bene quanto possa prendere forma in un progetto concreto e quanto, invece, si tratti di una mera provocazione tesa a riaccendere gli animi ostili al fenomeno dell’immigrazione. Un dossier delicato sul quale Trump non esita a buttarsi a capofitto, ben al di là del confine messicano: «No agli immigrati che non siano in grado di sostenersi economicamente e no ad alcuna concessione in materia di welfare per i primi cinque anni di permanenza sul territorio americano». Ad ogni modo, una maniera per allentare la tensione attorno ai due grandi temi del momento: riforma sanitaria e riduzione delle tasse. 

Riguardo a Trumpcare, annuncio e dettagli dovrebbero essere imminenti. Sull’abbassamento della pressione fiscale, invece, poco o nulla di concreto nella nebbia fitta della ridondante propaganda politica.