Trump e i dazi. «L'America
minaccia il made in Campania»

Trump e i dazi. «L'America minaccia il made in Campania»
di ​Lorenzo Iuliano
Sabato 1 Aprile 2017, 08:28 - Ultimo agg. 11:18
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Se si stropicciano i simboli, saranno sempre in tanti a stirarli di nuovo e a insistere sulle pieghe. L'effetto-annuncio del presidente Trump sull'aumento dei dazi per alcuni prodotti-bandiera dell'Europa getta nel panico soprattutto il mondo dell'agroalimentare di qualità «made in Campania», che però è pronto a reagire e a chiedere misure contro il dilagante «Italian sounding» negli Usa, ovvero l'emulazione dei prodotti del Belpaese, dal «Parmesan» al «San Marzano della California» fino alla «Buffalo mozzarella» che non ha mai visto il latte.
Un documento del Dipartimento Usa per il Commercio (Ustr) risalente alla fine dello scorso anno fa riferimento a due liste sotto osservazione. La prima comprende 80 prodotti «monitorati» su cui possono scattare aumenti di dazi fino al 100 per cento. La seconda è una lista di prodotti europei già sottoposti a dazi. C'è solo l'imbarazzo della scelta: dai prosciutti alla Vespa, dai fiori alle cipolle, dal tessile ai succhi di frutta e al pomodoro in qualsivoglia versione. Non si fa (almeno per ora) cenno a pasta, mozzarella, olio e vino, ma l'allarme è scattato anche in questi comparti. 

Leo Bertozzi è il segretario generale dell'associazione Aicig, che raggruppa 60 Consorzi di tutela dei prodotti agroalimentari di qualità, equivalenti a più del 90 per cento del valore economico totale di Dop e Igp. Denominazioni che vantano 13,4 miliardi di euro al consumo, secondo l'ultimo rapporto Ismea-Qualivita. 

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