Stati Uniti, dieci cose da sapere
sull’Inauguration Day

Stati Uniti, dieci cose da sapere sull’Inauguration Day
di Luca Marfé
Mercoledì 18 Gennaio 2017, 21:38 - Ultimo agg. 21:54
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1) Che cos’è
È la cerimonia di inaugurazione, appunto, che dà il via al nuovo mandato del presidente degli Stati Uniti d’America.
Ha luogo a Washington e va in scena, dal 1937, in data 20 gennaio. Si tiene comunque, sia nel caso in cui sia stato eletto un nuovo presidente, sia qualora fosse stato riconfermato lo stesso nome alla Casa Bianca per un secondo mandato.
Anni addietro un semplice passaggio di consegne, accompagnato dal solenne giuramento. Oggi un vero e proprio evento, della durata di più giorni (solitamente da 3 a 5), corredato da parate, cortei ed esibizioni.

2) Quanto costa
Più di 200 milioni di dollari.
Una cifra destinata ad oscillare in base a condizioni meteorologiche e, soprattutto, numero dei partecipanti.
La voce più corposa è quella relativa al dossier sicurezza: 28mila agenti impiegati ed un colossale piano messo a punto in un intero anno e al quale lavorano in maniera congiunta Servizi Segreti, FBI, Guardia Nazionale e Polizia. Più di 100 milioni di dollari che gravano sul bilancio del Governo Federale.
La parte restante dei costi ricade, invece, da un lato su due comitati, quello congiunto e quello presidenziale (i cui fondi provengono da donazioni a favore del neo-presidente), e dall’altro sui governi locali (prevalentemente tasse sborsate dai contribuenti).

3) Più o meno che in passato?
Difficile paragonare queste cifre con i presidenti che hanno preceduto Trump, ma l’Inaugurazione 2017 rischia di configurarsi tra le più costose della storia, soprattutto per ragioni legate appunto alla sicurezza e ai manifestanti.
Il comitato di Trump ha raccolto una cifra mostruosa: più di 100 milioni (Obama 53 nel 2009); non è chiaro però se e come intenda spenderli effettivamente.

4) Chi ci sarà
I servizi di sicurezza stimano l’arrivo di un milione di persone provenienti da tutto il mondo.  Cifra che, con ogni probabilità, è destinata a lievitare ulteriormente.
La fetta più consistente è senz'altro quella relativa ai manifestanti statunitensi che sono pronti a far sentire la propria voce contro 18 mesi di campagna elettorale velenosa e divisiva e ancora contro un presidente nel quale faticano a riconoscere il volto della propria America.
Difficile da quantificare, inoltre, il numero dei giornalisti in arrivo. Un vero e proprio “assalto” a quello che è considerato da queste parti il giorno più importante sul calendario a stelle e strisce del 2017.

5) Chi non ci sarà
Tanti democratici, in particolare congressisti, sono pronti a boicottare la cerimonia.
È proprio di queste ultime ore l’appello di Donald Trump che auspica una riconciliazione, ma è assai probabile che più di 50, tra senatori e membri della Camera dei Rappresentanti, effettivamente non si presentino a Washington.
Tra i grandi assenti anche i volti noti.
Le celebrity, infatti, sono tutte o quasi schierate sul fronte democratico e, dopo essersi concentrate sulla campagna elettorale di Hillary Clinton, hanno affollato il saluto al presidente Barack Obama, snobbando o peggio ancora rifiutando le avances di Trump.

6) Popolarità
Trump si appresta ad assumere il suo incarico con un indice di popolarità tra i più bassi di sempre, senz’altro il peggiore degli ultimi decenni. Gli Stati Uniti si presentano a questo 45esimo giro di boa davvero spaccati in due metà, di cui tra l’altro, in termini di voto popolare, quella di Trump è minoritaria.

7) Il trasloco delle famiglie
Mentre gli occhi del mondo sono puntati sul Capitol, va in scena quello che da queste parti chiamano il “caos organizzato” e cioè il trasloco del vecchio presidente a favore del nuovo. Insomma, da Obama a Trump, tra masserizie e scatoloni. Dalle 10:31am alle 3:30pm: cinque ore per trasformare la residenza ed accomodarla alle esigenze del nuovo inquilino.
La stanza più importante che ogni presidente vuole subito vedere?
Lo studio ovale, naturalmente.

8) Televisioni e radio
Un tripudio di programmi pre-Inaugurazione tra retrospettive di Obama e “come siamo arrivati fino a qui” nel tentativo di spiegare la vittoria di Trump. La verità, al di là degli aspetti emozionali legati a questi ultimi 8 anni (“reality Obama”), è che le vere analisi inizieranno a prendere forma con il lavoro che effettivamente il nuovo presidente sarà in grado di mettere in campo. Sulla base dei fatti, appunto.

9) Prezzi e logistica in tilt
Pubblico e addetti ai lavori iniziano ad arrivare in città con ogni mezzo: aerei, treni e bus. Riguardo a questi ultimi, sono state presentate 1200 richieste di accredito per ingresso e parcheggio ed è già noto che ne verranno accolte soltanto 200. Come avverrà questa selezione? Semplice: con un’estrazione a sorte, una vera e propria lotteria.
Prezzi invece alle stelle per camere d’albergo ed appartamenti.
Una stanza singola, ben al di fuori della periferia di Washington, non scende sotto i 300$ per notte. Prezzi che in città oscillano invece tra i 600 e i 10mila dollari.

10) Manifestazioni di protesta
Tante, tantissime.
La più importante è in programma per il 21 gennaio ed è la marcia delle donne.
Un vero e proprio movimento nato da una pagina Facebook di protesta messa in piedi nelle ore immediatamente successive all’elezione di Donald Trump. Si prevedono 200.000 partecipanti, numero che potrebbe più che raddoppiare. I temi sono le minoranze in generale, di cui quella femminile, maltrattata dal neo-presidente in campagna elettorale, è senz’altro la più vasta.
“Siamo qui e ti teniamo d’occhio. Benvenuto alla Casa Bianca, Mr.Trump”.
Una sorta di motto.
In agenda, ovviamente, anche il discusso tema dell’aborto, evocato più volte dal neo-presidente.
Gli uomini non saranno i protagonisti di questa giornata, ma sono comunque benvenuti nelle vesti di partecipanti.
Ma c’è molto altro.

Una manifestazione pro-cannabis, ad esempio. Andrà in scena il 20 gennaio a Washington Dupont Circle. 4200 spinelli gratuiti per chiunque voglia esserci. L’idea è di Adam Eidinger, uno dei più noti attivisti per la legalizzazione della marijuana in tutto il Paese. E così, proprio mentre Donald Trump parlerà alla nazione in occasione del suo giuramento, i manifestanti accenderanno, al termine di un vero e proprio conto alla rovescia, questa erba.
La polizia di DC ha emanato un alert per cui chiunque venga trovato in possesso di quantità maggiori rispetto a quelle consentite sarà immediatamente arrestato. Una sorta di avvertimento/minaccia a coloro che vorranno prendere parte a questo evento così particolare.
 

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