Wikileaks, soldato Bradley/Chelsea Manning da minaccia per Usa a transgender

Bradley Manning prima e dopo
Bradley Manning prima e dopo
di Giulia Aubry
Venerdì 18 Luglio 2014, 17:35 - Ultimo agg. 20 Luglio, 12:43
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Ricordate Bradley Manning, il soldato americano condannato a 35 anni di carcere per essersi impossessato di decine di migliaia di documenti riservati durante le sue missioni all’estero, e di averli consegnati all’organizzazione WikiLeaks di Julian Assange, che li ha poi interamente diffusi sul web?

A breve potrebbe realizzare il suo più grande sogno: diventare donna! E comincerà il suo percorso – contro ogni regolamento e dichiarazione di disponibilità del Dipartimento di Stato della Difesa americano - proprio nel carcere militare maschile in cui è attualmente detenuto.

Subito dopo la condanna, poco meno di un anno fa, Manning aveva, infatti, dichiarato di non essersi mai riconosciuto nel suo sesso biologico, aveva chiesto di essere chiamato Chelsea Elizabeth e di essere trattato come una donna.

Qualcuno però aveva obiettato sul reale fondamento di tale richiesta. Per alcuni, durante la detenzione in completo isolamento nel carcere di Quantico, lo “strano” soldato Manning era stato sottoposto a una condizione di stress tale da condurlo a momenti di completa catatonia, e questo poteva averlo portato a un rifiuto della propria identità.

Per altri poteva trattarsi di una sorta di stratagemma per essere spostato in una struttura civile e, presumibilmente, meno dura, dal momento che non sarebbe stato possibile effettuare un cambio di sesso in una struttura del Dipartimento della Difesa Americano. Ai transgender, infatti, non è possibile arruolarsi nelle Forze armate statunitensi.

Ulteriori indagini psichiatriche, hanno però rivelato che Bradley Manning è davvero affetto da disforia di genere, un disturbo che lega l’alterazione dell'umore in senso depressivo (con manifestazioni continue di agitazione, irritabilità e nervosismo) a un disagio di identità, quale la sensazione di essere una donna nel corpo di un uomo.

La richiesta di trasferimento presso una struttura federale civile, presentata dall’esercito statunitense a seguito dell’anamnesi medica, è stata però respinta pochi giorni fa dal Bureau of Prisons, l’ufficio federale che si occupa della Giustizia. Manning dovrà dunque cominciare la propria terapia ormonale (e indossare indumenti femminili come prevede il trattamento psicologico) all’interno del carcere militare maschile, in attesa che la sua posizione venga ulteriormente analizzata.

I suoi avvocati sono già pronti a denunciare il Dipartimento della Difesa per violazione dei diritti civili, se tali misure non dovessero essere applicate. Il prigioniero Chelsea Elizabeth, precedentemente conosciuto come Bradley – candidato anche al Premio Nobel nel 2011 e 2012 da alcuni gruppi di attivisti – è destinato a fare ancora notizia e ad essere argomento di discussione per l’opinione pubblica americana, e non solo.