Smog, ultimatum Ue: l'Italia convocata a Bruxelles insieme ad altri 8 Paesi

Smog, ultimatum Ue: l'Italia convocata a Bruxelles insieme ad altri 8 Paesi
Venerdì 19 Gennaio 2018, 16:01 - Ultimo agg. 20 Gennaio, 16:29
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Il Commissario Ue responsabile per l'ambiente, Karmenu Vella, ha invitato i ministri di 9 Stati membri, tra cui l'Italia, a riunirsi a Bruxelles martedì 30 gennaio, con l'obiettivo di trovare soluzioni per affrontare il grave problema dell'inquinamento atmosferico nell'Unione europea. Repubblica ceca, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Regno Unito e Italia si trovano ad affrontare procedure di infrazione per il superamento dei limiti concordati di inquinamento atmosferico.

Una sorta di ultimatum dell'Ue all'Italia (ma non solo) affinché si adegui presto ai parametri normativi dell'Ue in materia di qualità dell'aria, che metterebbe il nostro Paese a un passo dalla Corte di Giustizia. Sarebbe questo il contenuto della lettera inviata da Vella al ministro tedesco dell'Ambiente Barbara Hendricks e ai ministri dell'Ambiente di Italia, Francia, Spagna e Regno Unito, secondo un articolo pubblicato da Politico («Commission gets tough on air quality improvement») che rivela i dettagli della comunicazione. I ministri sono stati convocati per l'incontro del 30 gennaio, dal quale il Commissario si attende di conoscere «come e in che tempi si vuole raggiungere il rispetto» delle principali direttive europee in materia di qualità dell'aria.

Il nostro Paese, secondo l'articolo di Politico, sarebbe sotto accusa insieme alla Francia per i livelli di concentrazione di due distinti inquinanti atmosferici: il biossido di azoto (NO2), tipico delle emissioni dei motori diesel, e il particolato atmosferico.
I toni della lettera che avrebbe raggiunto i vari ministri suonano particolarmente severi. Vi si legge che se i governi nazionali non risponderanno per tempo «la Commissione procederà al passaggio successivo della procedura d'infrazione, ovvero al deferimento alla Corte» dell'Unione europea; e che l'appuntamento del 30 gennaio sarebbe da considerarsi come «l'ultima opportunità (per i Paesi coinvolti, prima della Corte) per informare delle misure adottate per porre rimedio alla situazione».
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