Scrittore e cantautore vive da anni tra Napoli e Barcellona: «Mi aspettavo un attentato»

Alessio Arena in una strada di Barcellona
Alessio Arena in una strada di Barcellona
di Gennaro Morra
Venerdì 18 Agosto 2017, 08:35 - Ultimo agg. 10:50
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Alessio Arena, scrittore e cantautore napoletano, da una vita fa la spola tra Napoli e Barcellona, ma da sette anni abita più stabilmente nella città spagnola che all’ombra del Vesuvio. Ieri pomeriggio, mentre un furgone travolgeva le persone a passeggio sulla Rambla, lui era in un negozio nel quartiere di Raval: «Lì ci vivono pakistani e indiani del Bangladesh, che spesso non parlano una parola di spagnolo. Intorno a me c’erano solo persone che parlavano urdu – racconta –. Ho aspettato ci facessero uscire per andare verso casa, dove avevo una prova con alcuni musicisti che mi accompagnano in un concerto che avrei fatto domani (oggi – ndr). Concerto che è stato annullato. Come moltissimi altri eventi in città». E mentre tornava a casa, Alessio si vedeva circondato dal terrore: «Vedevo gente correre e molto spavento intorno a me. C'è tantissimo turismo in città, a livelli quasi insostenibili. Sembra un miracolo ci sia spazio per tutti».
 
Invece, il concerto di stasera avrebbe dovuto tenersi nel quartiere di Gràcia: «Dal luogo dell’attentato dista tre fermate di metro – spiega Alessio –. Dovevo suonare alla festa che i residenti del quartiere organizzano ogni anno. È la più affollata della città. Ci sono concerti tutte le sere per una settimana. E altri eventi, oltre a un coloratissimo concorso di abbellimento delle strade. Tutto annullato».
 

 
L’artista partenopeo classe 1984, che nel corso della sua giovane carriera ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti in campo musicale e letterario, è comprensibilmente sconvolto per quanto accaduto nella sua città d’adozione, ma non si dice sorpreso: «Purtroppo me l’aspettavo, anche se adesso che è successo mi costa crederlo. Ma era facile capire che una città sempre tanto affollata e viva come Barcellona poteva essere un obiettivo per questi malati – spiega –. Ma in Spagna, come succede anche in Italia, si è abituati a pensare che queste sono cose che succedono sempre lontano». E poi fa un appello agli utenti dei social, ripetendo ciò che ha scritto in un post pubblicato sulla sua pagina di Facebook: «Non condividete video o foto per favore. Interrompiamo il copione della violenza in diretta. Non facciamo quello che vogliono quei malati. Dobbiamo dimostrare il nostro rispetto per le vittime».
 
 
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