Putin: «L'Isis ha 700 ostaggi in Siria, anche cittadini Usa e Ue»

Allarme di Putin: «In Siria 700 ostaggi anche europei nelle mani dell'Isis: ne uccideranno 10 al giorni»
​Allarme di Putin: «In Siria 700 ostaggi anche europei nelle mani dell'Isis: ne uccideranno 10 al giorni»
Giovedì 18 Ottobre 2018, 16:16 - Ultimo agg. 19 Ottobre, 10:16
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I jihadisti dell'Isis hanno catturato in Siria, nell'area a est dell'Eufrate in teoria controllata dalla coalizione Usa, «700 ostaggi» tra cui «cittadini americani ed europei» e minacciano di ucciderne «10 al giorno». Un fulmine a ciel sereno. A lanciarlo è il presidente russo Vladimir Putin nel corso del ritrovo annuale del think-tank Valdai Club, dedicato ai temi di politica internazionale, a Sochi. «È una catastrofe e nessuno stranamente dice nulla», ha rimarcato Putin. 

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Lo zar ha sganciato la 'bombà quando la discussione è virata sulla Siria e sul ruolo giocato da Mosca nella soluzione della crisi. «Noi - ha sottolineato - abbiamo liberato in questi anni il 95% del territorio siriano e non abbiamo permesso che lo Stato venisse disintegrato». Certo, il lavoro non è ancora stato ultimato e a questo proposito Putin ha ammesso che la Turchia, al contrario di quanto promesso nel corso degli ultimi summit, non ha ancora completato la creazione della zona demilitarizzata nella provincia siriana di Idlib sebbene ci stia «lavorando». «Le cose non sono facili, al contrario, è tutto difficile», ha aggiunto Putin ringraziando comunque Ankara per gli sforzi messi in campo, «sforzi che noi vediamo».

Sono invece gli Usa e i loro alleati, è il ragionamento di Putin, a non aver fatto abbastanza. «Gli Stati Uniti non hanno chiaramente raggiunto gli obbiettivi», ha affermato.
Anzi, l'Isis, nella loro zona di competenza, avrebbe persino aumentato la sua presenza. Sino ad arrivare, sostiene appunto Putin, a quest'ultimo exploit. «Hanno fatto determinate richieste, lanciato degli ultimatum, delle minacce», ha rivelato il presidente russo precisando che le prime 10 esecuzioni sono avvenute «due giorni fa». Nel silenzio generale. Putin ha quindi rinnovato il suo appello alla comunità internazionale a «unire gli sforzi» per debellare il terrorismo. In questo campo, infatti, la cooperazione è stata limitata «ad alcuni casi» ma «non è abbastanza» per raggiungere un risultato duraturo. «Non abbiamo ancora sconfitto il terrorismo globale sebbene gli siano state inflitte colossali sconfitte», ha ragionato Putin. «A casa nostra, in Russia, abbiamo senz'altro cambiato la situazione, e in meglio, che poi è la cosa più importante», ha concluso. Ma, è il ragionamento dello zar, manca l'ultimo tassello. Perché come ricorda sempre Mosca, non ci possono essere terroristi buoni (ovvero utili a un certo schema geopolitico) e cattivi.
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