La sfida dei giovani davanti ai carri armati da Pechino a Istanbul la storia in una foto

La sfida dei giovani davanti ai carri armati da Pechino a Istanbul la storia in una foto
Domenica 17 Luglio 2016, 09:56 - Ultimo agg. 09:57
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Roma. Un'altra foto che è destinata a entrare nella storia. Magari non nella sezione «Le 100 immagini che hanno cambiato il mondo», a cura della rivista Life, nella quale è stato inserito a pieno diritto il celeberrimo scatto del «ribelle sconosciuto», cioè il ragazzo cinese che a Pechino si piazzò davanti alla colonna di carri armati comunisti e fermò il loro ingresso a piazza Tienanmen il 5 giugno del 1989. E tuttavia la foto della notte del golpe fallito in Turchia - quella in cui un uomo si mette a sua volta di fronte a un carro armato, ed eccolo a torso nudo mentre il ragazzo cinese indossava una camicia bianca - è a suo modo una foto che resterà impressa. Anche perché contiene un significato più originale di altri scatti dello stesso genere. Non solo quello di Tienanmen, ma pure quelli che immortalarono i cittadini cechi davanti ai carri armati sovietici che entrarono a Praga nel 1968.

In quei casi, i dimostranti o il singolo dimostrante simboleggiano il popolo inerme che cerca di fermare gli oppressori, che si oppone a un regime liberticida, che difende i suoi diritti di libertà calpestati dall'arroganza ideologica e militare. Quei ragazzi di fronte ai carri armati, nell'Europa e nella Cina comuniste, rappresentano icone dell'anti-Stato in senso democratico e libertario. L'uomo immortalato nella notte a Istanbul, che tenta di fermare i cannoni che avanzano, sta difendendo invece lo Stato. Non è un rivoltoso, è un contro-rivoltoso, difende un potere che considera legittimo perché democraticamente eletto, al contrario dei regimi comunisti, da chi da dentro a quel potere lo vuole distruggere con l'arma del golpe.

Si tratta, in tutti questi casi fotografici con uomini e carri armati, di patrioti? Sì. Ma ognuno a modo suo. Il ragazzo cinese vuole eroicamente destrutturare con il suo gesto un potere cattivo, l'uomo di Istanbul vuole viceversa preservare l'ordine costituito che considera preferibile rispetto alla scelta dei militari anti-Erdogan. Il «ribelle sconosciuto» di Pechino - che poi sarebbe stato identificato in Wuer Kaixi, scappato dalla Cina in quel 1989 e ora giornalista a Taiwan - gridò ai soldati: «Girate i vostri mezzi, andatevene via e smettetela di uccidere la nostra gente». L'anti-ribelli di Istanbul non ha avuto bisogno di urlare granché. Perché il militare sulla torretta, davanti a lui, è in fondo - come tanti altri commilitoni riluttanti - dalla sua stessa parte. E dopo lo scatto, quell'uomo pelato e a torso nudo s'è sdraiato placidamente accanto al cingolato fermo. Scena che sarebbe stata impossibile a Tienanmen. m.a.
 
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