Migranti, piano italiano. L'apertura di Bruxelles: Sanchez e Merkel pronti a discutere

Migranti, l'Italia vuole superare Dublino. Ma a Bruxelles non c'è accordo tra i leader Ue
Migranti, l'Italia vuole superare Dublino. Ma a Bruxelles non c'è accordo tra i leader Ue
di Antonio Pollio Salimbeni
Domenica 24 Giugno 2018, 21:55 - Ultimo agg. 25 Giugno, 10:22
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BRUXELLES L'immigrazione è un problema europeo e richiede un'assunzione di responsabilità a livello europeo. Su questo punto i 16 capi di stato e di governo della Ue sono d'accordo. Così come sono d'accordo sul fatto che le frontiere esterne vanno rafforzate e che va intensificata la cooperazione con gli Stati africani dai quali arrivano i migranti. Poi, che va coperto urgentemente con mezzo miliardo di euro il Fondo per l'Africa e che va versata alla Turchia la seconda tranche degli aiuti per i migranti (3 miliardi di euro) per onorare l'impegno assunto per la chiusura del corridoio di immigrazione del Sud-est. Infine, i 16 sono d'accordo sull'approccio generale: adesso la Ue deve dare una risposta complessiva strutturata, che duri nel tempo. Risposta a tre livelli: esterno, cioè le partnership con gli Stati africani da cui arrivano i migranti; gestione delle frontiere con una vera polizia Ue e un'Agenzia dell'asilo europea; il fronte interno, quello che al momento è delicatissimo perché su questo Angela Merkel si sta giocando il ruolo di cancelliera dato che la Csu, storico partito cugino, vuole rispedire in Italia i migranti già registrati in Italia. Una trappola per l'Italia.

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Grande soddisfazione dei 16 leader (oltre a Conte e Merkel i responsabili di governo di Francia, Spagna, Austria, Belgio, Malta, Bulgaria, Grecia, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Finlandia, Slovenia e Croazia). Circola ottimismo sul risultato del vero vertice a 27, giovedì e venerdì a Bruxelles, però la partita è ancora tutta in salita: Merkel e Macron sono convinti che se non c'è unità sufficiente si dovrà procedere con accordi bilaterali e multilaterali. Sarebbe la conferma che la Ue non è in grado di restare unita sul tema. Non sarà facile convincere il Gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) spalleggiato dall'Austria del giovane cancelliere Kurz, che si oppone alla solidarietà in termini di redistribuzione delle quote di aventi diritto all'asilo. Ieri la novità è arrivata dall'Italia: il premier Conte ha avviato la discussione presentando un piano in 10 punti in cui ha sintetizzato le posizioni del governo, European Multilevel Strategy for Migration. Obiettivo: ribaltare l'impostazione originaria della discussione, volta a trovare anche una soluzione immediata ai movimenti secondari dei migranti evitando anche una rischiosa crisi politica a Berlino. 

 



Una mossa riuscita benché Macron abbia sminuito il piano italiano («Ciascuno ha presentato le proprie proposte»).
Tre i punti di fondo proposti dall'Italia. Gli Stati Ue devono avere responsabilità comune sui naufraghi in mare: non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo per cui occorre scindere porto sicuro di sbarco e Stato competente a esaminare richieste di asilo, l'obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti.

CONTROMISURE
Poi: prevedere contromisure finanziare per gli Stati che non accolgono rifugiati. Motivo: reagire al no dell'Est alle quote obbligatorie. Di movimenti secondari dei migranti si parlerà dopo: se si rafforzano le frontiere e c'è una gestione Ue dei flussi gli spostamenti intraeuropei di rifugiati sarebbero marginali. Macron e Merkel non sono d'accordo di occuparsi prima dei flussi in entrate e poi dei movimenti secondari: la cancelliera ha detto esplicitamente che i due fenomeni hanno la stessa importanza. Dunque, marciano parallelamente. Anche sulle piattaforme regionali per il controllo delle partenze dall'Africa del Nord non c'è accordo: l'Italia dice no all'idea franco-spagnola di organizzarle nei Paesi di sbarco. Il Gruppo di Visegrad e altri Paesi (Italia e Germania comprese) li vogliono fuori dalla Ue. Un diplomatico europeo indica che alla fine potrà esserci un arbitraggio tra la localizzazione delle piattaforme e la gestione dei movimenti secondari di migranti.

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