#MeToo, Hillary Clinton assolve Bill e torna all'attacco di Trump

#MeToo, Hillary Clinton assolve Bill e torna all'attacco di Trump
di Luca Marfé
Mercoledì 17 Ottobre 2018, 19:51 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 11:52
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NEW YORK - E niente, Hillary proprio non c’arriva. 

«Monica Lewinsky? Era un’adulta».

Queste le parole con cui, nel corso di un’intervista rilasciata alla rete televisiva CBS, ha per l’ennesima volta giustificato il comportamento dell’allora presidente Bill Clinton.

Una risposta argomentata poi in maniera ancor più strutturata. Un vero e proprio schiaffo a tutte quelle donne che nel movimento del #MeToo hanno riposto una speranza di cambiamento, addirittura di rivoluzione culturale.

Deluse e arrabbiate.

Perché?
Perché Hillary, assai banalmente, dimostra di non aver capito.



Il concetto di abuso, infatti, non è in alcun modo vincolato all’età della vittima. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, è legato a doppio nodo agli equilibri (squilibri) di potere.

La Lewinsky aveva al tempo 24 anni. Era dunque abbondantemente maggiorenne, questo sì. Ma era la stagista del presidente degli Stati Uniti d’America. In altre parole, dell’uomo più potente del mondo.

Difficile immaginare uno squilibrio più grande.



Ma Hillary non ci sta, si arrampica sugli specchi, crede di poter agitare lo scettro del #MeToo come un’arma da brandire a suo piacimento contro Trump in merito al quale, a sua volta, domanda stizzita «dove sono le inchieste su di lui?».

Tuttavia alle donne di questo Paese il suo scaricabarile non piace e comunque non basta.

Il suo è un comportamento da ex First Lady, da moglie. Di certo non da leader politico. Leader che la Clinton, dal canto suo, vorrebbe forse essere ancora in vista delle elezioni del 2020.

Nel frattempo, però, ci sono quelle di midterm. Con il tycoon che sguazza tra battutine ed un linguaggio lontano mille miglia dal politcally correct. E che ringrazia con un ghigno per le incongruenze tra una certa narrativa alimentata dai democratici e gli strafalcioni di colei che di fatto è ancora al vertice del partito.

Chi di #MeToo sperava di poter ferire, insomma, di #MeToo rischia di dover perire.

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