Maduro, Assemblea Generale Onu in forse: «Gli Usa vogliono uccidermi»

Maduro, Assemblea Generale Onu in forse: «Gli Usa vogliono uccidermi»
di Luca Marfé
Giovedì 20 Settembre 2018, 16:45 - Ultimo agg. 17:50
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NAZIONI UNITE - «Gli Stati Uniti mi vogliono morto, lo sapete tutti. Io ci voglio andare a New York, ma devo prendermi cura di me e della mia sicurezza». Verrebbe da chiedersi, piuttosto, chi dovrebbe prendersi cura del popolo venezuelano. Nicolás Maduro non è nuovo a uscite del genere, ma queste sue parole, pronunciate alla vigilia della 73esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sono destinate a scatenare un vespaio di polemiche. All’ombra del Palazzo di Vetro, ma anche tra Caracas e dintorni. Il tutto in una settimana già complicata per il presidente della repubblica bolivariana.
 

Sempre più in bilico, quindi, la possibilità di vederlo al centro della scena diplomatica più prestigiosa del mondo. Sempre di gran moda, insomma, le teorie cospirazioniste caratterizzate dal consueto sfondo a stelle e strisce.

Il Venezuela muore letteralmente di fame e la colpa è degli Stati Uniti.
Nulla di nuovo sotto il sole nostalgico delle latitudini socialiste.

E il Venezuela muore letteralmente di fame proprio mentre lo stesso Nicolás Maduro si lascia ritrarre sorridente, ingrassato e con tanto di sigaro in bocca in una della steak house più famose (e più care) dell’intero panorama gastronomico internazionale. Quella del turco Nusret Gökçe, noto come “Salt Bae” e balzato agli onori della cronaca per la sua maniera teatrale di tagliare le bistecche e per la sua “firma” bizzarra di sale e gomito.
Una serata di festa in quel di Istanbul, un altro po’ di pubblicità, deve aver pensato il ristoratore. Peccato che il video pubblicato sui suoi canali social si sia rivelato un colossale boomerang. Al punto che, a séguito di una valanga di critiche e di veri e propri insulti, è stato poi rimosso.

Resta il segno, però, di un episodio piccolo, ma significativo.
Resta la vergogna, dunque, di un presidente incommentabile.
Resta la tristezza, infine, di un Venezuela in frantumi.

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