Ellen Page accusa il regista Brett Ratner: «Disse di me, dovresti scop...a per capire che è gay»

Ellen Page
Ellen Page
di Giacomo Perra
Lunedì 13 Novembre 2017, 15:25 - Ultimo agg. 14 Novembre, 18:34
3 Minuti di Lettura
Nuove accuse contro Brett Ratner. Dopo l’attrice Olivia Munn, che nei giorni scorsi aveva rivelato di essere stata vittima, come altre cinque colleghe, di molestie a sfondo sessuale, questa volta, a puntare il dito contro il quarantottenne produttore e regista statunitense è stata Ellen Page, star del film Juno.
 

La trentenne interprete canadese ha infatti raccontato sul suo profilo Facebook un episodio risalente a dodici anni fa in cui Ratner avrebbe ostentato un comportamento aggressivo e omofobico nei suoi confronti. Il fatto sarebbe capitato sul set di X Men: Conflitto finale, pellicola diretta proprio dal discusso artista americano, che, a quanto pare, indicando la Page, allora appena diciottenne, si sarebbe rivolto a un’altra donna presente sul set utilizzando queste parole: «Dovresti scoparla per renderti conto che è gay». 

«Era come se io, per come sono, non fossi ancora venuta ancora fuori. Sapevo e non sapevo di essere omosessuale e mi sono sentita tremendamente violata», ha affermato l’affascinante e talentuosa Ellen, che, nel 2014, ammise di essere lesbica nel corso di una conferenza sui diritti LGBT tenutasi a Las Vegas.

«Prendere consapevolezza del proprio orientamento sessuale, è un percorso che abbiamo il diritto di fare in privato, come e quando decidiamo noi - ha aggiunto la Page -. Quella sua frase detta pubblicamente e in tono così aggressivo mi aveva fatto provare vergogna, uno degli effetti più distruttivi dell’omofobia: far sì che qualcuno si vergogni è una vera manipolazione, esercitata per opprimere e reprimere».

Ed è proprio per combattere questa manipolazione, manifestatasi anche nei tanti casi di molestie sui quali è caduto il velo dell’omertà, che, in una Hollywood scossa dagli scandali come poche volte in precedenza, l’attrice ha deciso di levare forte la sua voce. «Ho avuto la fortuna di lavorare con molte persone rispettosissime, sia davanti, sia dietro la telecamera, ma ciò non toglie che questo comportamento di cui parlo sia comunque pervasivo, onnipresente. Questi molestatori vogliono farti sentire piccolo, vogliono minare la tua sicurezza, vogliono far sì che tu in qualche modo ti senta loro debitore».

La Page non si tira indietro e rincara la dose parlando «di quei minori che hanno raccontato degli abusi sessuali di Hollywood. Alcuni di loro oggi non ci sono più, perduti per l’abuso di sostanze, alcuni morti per suicidio. E i loro carnefici? Non gli è successo nulla, stanno ancora lavorando, sempre ben protetti, magari messi in discussione dietro a porte chiuse come spesso era già accaduto per Weinstein. Se pure io, una persona sicuramente privilegiata, sono riluttante a parlare e a fare nomi, cosa possono fare quelli che di privilegi non ne hanno nemmeno uno?».

Letto e condiviso da tantissimi followers, l’apprezzatissimo intervento dell’interprete di Juno si è chiuso con un ringraziamento a tutte le persone, donne e non, che hanno avuto la forza di denunciare le molestie subite. «Sono grata a tutti coloro che hanno il coraggio di parlare dei propri abusi, dei traumi che hanno subìto. Tu che rompi il silenzio sei la rivoluzione». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA