Israele, Jorit torna in libertà:
«Ho avuto paura, ma lo rifarei»

Israele, Jorit torna in libertà: «Ho avuto paura, ma lo rifarei»
di Maria Pirro
Lunedì 30 Luglio 2018, 08:24 - Ultimo agg. 31 Luglio, 19:19
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Jorit Agoch, l'artista arrestato per il dipinto pro palestinese a Betlemme, finalmente può raccontarla: davanti alla legge si è dichiarato innocente e dopo 24 ore è stato rimesso messo in libertà. «Ma lo rifarei», aggiunge con prudenza, via telefono, da Gerusalemme. Solo oggi il ritrattista di talento, noto per aver già disegnato, tra i vicoli di Napoli, calciatori e icone come Maradona e San Gennaro, torna a casa. Espulso con un decreto. Non può più andare nel paese, almeno per 10 anni, ma è libero e non più detenuto, come gli altri due street artist, un ragazzo italiano e uno palestinese, bloccati l'altro ieri dalla Guardia di frontiera israeliana.

«Ci siamo spaventati, quando i militari, impugnando i fucili d'assalto, hanno sbarrato la strada. D'improvviso, senza ragione», dice Jorit. «Ci hanno portato in una stazione di polizia, trattato in maniera abbastanza rude e sistemato su una panca di ferro molto fredda, in uno spazio comune con altre persone. Impossibile dormire. Il giorno dopo, alle 14, ci hanno trasferito in un altro posto», più vicino a Tel Avviv.
 


L'azione di forza per aver rappresentato, sul muro di confine, il volto di Ahed Tamimi, la 17enne in carcere dal dicembre 2017 con l'accusa di oltraggio a militari israeliani e uscita proprio ieri a testa alta dalla prigione ha-Sharon e accolta nel suo villaggio in Cisgiordania come un'eroina. «La resistenza continuerà fino alla fine dell'occupazione militare», ha annunciato la ragazza, rivolgendo un pensiero alle 29 compagne rimaste in cella. E il presidente Abu Mazen l'ha voluta subito abbracciare, il suo vice l'ha portata sulla tomba di Yasser Arafat, mentre a casa Tamini continuavano ad arrivare messaggi di congratulazioni da vari paesi fra cui Libano (Saad Hariri, Walid Jumbalatt) e Turchia. Un saluto particolare le è giunto direttamente dal presidente Recep Tayyp Erdogan, che nel 2012 l'aveva ricevuta come premio per il suo coraggio. «Se Israele sperava di spezzare il suo spirito con la detenzione - dice l' avvocatessa Gaby Lusky - ha ottenuto l'effetto opposto. Ahed non si è mai arresa». Ma, sempre ieri un'imbarcazione di attivisti filo-palestinesi diretta a Gaza è stata bloccata dalla Marina israeliana, che poi l'ha trainata nel porto di Ashdod.

Solo qualche ora più tardi, la liberazione di Jorit e degli altri due ragazzi bloccati dopo gli ultimi ritocchi al murale di 4 metri disegnato sulla Barriera di sicurezza di Betlemme. Motivo di «sollievo, anche grazie all'ottimo lavoro svolto dalla nostra ambasciata a Tel Aviv e dal nostro consolato a Gerusalemme, in stretto raccordo con la Farnesina», sottolinea il ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi. «Le accuse di danneggiamento, per aver imbrattato il muro, e violazione della zona militare sono state cancellate», spiega l'avvocato Masalha Azmi, che è riuscito a evitare il processo e si prepara a presentare ricorso per far cadere il divieto di accesso nello Stato per 10 anni. Lui sentenzia: «Si è trattato di un arresto illegittimo». La mamma dello street artist lo aveva appreso su Fb.
 
 

«Sono felice», dice Jeannina dopo aver parlato al telefono con il figlio. «Ho sentito Jorit contento e ha fatto anche una battuta. È provato dall'esperienza, ma non ha perso il buonumore. È un giovane interessato alla politica e agli eventi sociali. Non è contro le istituzioni, ma a volte ne evidenzia gli aspetti negativi», sostiene la donna, di origine olandese, con orgoglio a fianco del suo ragazzo: «Non è superficiale, approfondisce tutto e si batte per la libertà e la democrazia. Ci fossero giovani come lui che coltivano ideali». Lei chiarisce anche il motivo che spinge il figlio a dipingere con il volto coperto: «Non si nasconde, utilizza la maschera solo per proteggersi dai gas tossici delle bombolette». Davide Secone, che con Jorit condivide l'impegno in tante battaglie, aggiunge: «Siamo orgogliosi di ciò che ha fatto. Con un gesto artistico ha espresso solidarietà a un popolo in lotta».

«Lo aspettiamo assieme ai suoi genitori con cui siamo stati in costante contatto in queste ore», dice il sindaco di Quarto, Antonio Sabino. E il suo vice, Giuseppe Martusciello, esprime «grande soddisfazione per l'epilogo di questa disavventura, che ha visto coinvolto un nostro concittadino che da anni dà lustro a tutti noi con la sua arte». Straordinaria la mobilitazione sui social network. Attravero Facebook è stata organizzata anche una manifestazione a Napoli. Oltre 250 in corteo, con bandiere della Palestina, hanno sfilato urlando lo slogan Jorit libero'. E, dopo un presidio in piazza Municipio, i manifestanti hanno raggiunto in corteo la sede della prefettura. Un appello era stato lanciato da Luigi Cerullo, il papà di Jorit: «Arrestato come un criminale». Una petizione on line era stata promossa dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e il conduttore radiofonico Gianni Simioli, perché «gli artisti non vanno mai incarcerati quando esprimono le loro idee». Ad aderire, tra i primi, gli artisti e attori Massimiliano Gallo, Ciccio Merolla, Gianfranco Gallo, Luchè, Enzo Chiummariello, Loredana Simioli, Andrea Sannino, Dario Sansone dei Foja, ma anche deputati, imprenditori e sindaci. In campo anche il segretario nazionale di DemA, Enrico Panini.

Per primo, il 28 luglio, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, aveva pubblicato un post su Fb che ha scatenato, però, «sconcerto e sdegno» da parte della comunità ebraica a Napoli, che alle istituzioni ha chiesto «di affrontare la questione israelo palestinese con equilibrio e nel rispetto dei diritti di entrambi i popoli coinvolti». E, in una nota, ha aggiunto: «Al di là dell'arresto, definire la barriera di confine tra Israele e la Cisgiordania muro dell'apartheid è una distorsione che dimostra disprezzo per la sicurezza dei cittadini israeliani». Jorit, ormai al sicuro, rilancia: «Il momento dell'arresto è stato il più forte. La prova che si comportano più come forza di occupazione che come Stato di diritto. Ringrazio tutti per la solidarietà, in quei momenti ti senti fuori dal mondo».
 

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