Istanbul, arrestato il killer della strage di Capodanno

Istanbul, arrestato il killer della strage di Capodanno
di Susanna Iacona Salafia
Lunedì 16 Gennaio 2017, 22:41 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 10:13
3 Minuti di Lettura

ISTANBUL L'autore della strage di Capodanno, rivendicata dall'Isis, nello storico night club Reina di Istanbul, è stato catturato ieri notte, dopo una caccia all'uomo durata tre settimane. Abdulgadir Masharipov, uzbeko, è stato cosi immediatamente arrestato e portato al quartier generale della polizia di Istanbul per essere sottoposto ad interrogatorio. Con lui sono state arrestate altre 5 persone, presunti militanti jihadisti, almeno tre le donne, tutti stranieri e con passaporti di Kirghizistan, Somalia, Egitto e Senegal. Ma secondo la Cnn turca è in corso la ricerca di altri complici.
 

 

Masharipov si trovava in un appartamento di un amico uiguro ad Esenyurt, un enorme distretto periferico della metropoli sul Bosforo. Insieme a lui in casa, oltre al figlioletto di 4 anni (nei giorni scorsi si era appunto saputo che aveva portato con se uno dei due figli nella sua fuga) anche altre cinque persone, tre donne e due uomini, ritenuti membri jihadisti della cellula che ha organizzato l'attacco terroristico che ha provocato la morte di 39 persone poco dopo il brindisi di Capodanno in discoteca. La polizia ha quindi fatto irruzione nell'appartamento all'improvviso: l'uomo sembra abbia opposto resistenza tentando di fuggire ancora una volta. Dalle foto della cattura il suo volto presenta infatti ecchimosi e vi sono tracce di sangue sugli abiti. Il cerchio intorno al killer di capodanno si stringeva giorno dopo giorno: vaste perlustrazioni sono state condotte senza sosta ogni giorno in vari quartieri della città ma anche a Smirne e Konia, città dove sono stati ricostruiti spostamenti e connessioni del killer. Già in queste settimane 35 persone, la maggior parte uiguri e uzbechi, sono state arrestate perchè sospettate di aver fornito base logistica e supporto al killer prima e dopo la strage. Tra queste anche la moglie, la cui identità non è stata rivelata, che Masharipov aveva raggiunto subito dopo la strage a Istanbul nel loro appartamento del quartiere Zeytinburnu per portare via con sé il figlioletto maggiore e darsi alla fuga. Proprio ieri il vicepremier Numan Kurtulmus aveva rilanciato la tesi di un possibile coinvolgimento dei servizi di intelligence stranieri nella strage, per la precisione con la quale è stato pianificato e portato avanti il terribile attacco e la vasta rete di copertura di cui ha goduto il terrorista Isis. Proprio il giorno prima la polizia aveva fatto una scoperta molto interessante: nel corso di un raid in un appartamento a Silivri, a pochi chilometri da Istanbul, in uno dei presunti nascondigli di Masharipov, è stata ritrovata una borsa con 150 mila dollari.

Secondo quanto riporta il quotidiano turco Hurryet, gli inquirenti pensano che il danaro doveva essere dato a Masharipov ma che quest'ultimo non abbia potuto prenderlo per la vasta caccia all'uomo su di lui. La polizia, dice sempre l'Hurryet, è convinta che Masharipov abbia agito per soldi e non per motivi ideologici riconducibile a fondamentalismo o radicalismo religioso. Tra i 20 sospetti arrestati a Smirne invece ci sarebbe anche il presunto leader di questa cellula Isis a Istanbul. La polizia è risalita all'identità di quest'ultimo dopo aver tracciato la conversazione telefonica dal cellulare di Masharipov la notte dell'attentato, poco prima di entrare al Reina. Una cellula Isis dunque prevalentemente formata da persone provenienti dall'Asia centrale, molti dei quali presenti in Turchia con documenti falsi. Ad esempio tra gli arrestati c'è chi sostiene di essere siriano mentre è stato poi accertato essere marocchino. Una misteriosa e fitta rete multiculturale di probabili ex foreign fighter in Siria rientrati allo scopo di destabilizzare la Turchia su ordine del Califfato, cosi come già avvenuto in altri Paesi europei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA