«Non è un giorno gioioso per me - ha detto - ma importante. Israele prima di tutto». Poi ha sottolineato che «la democrazia ha vinto» e che non farà «compromessi sui principi per i quali milioni di cittadini hanno votato». Ma la nomina di oggi - avversata da Yair Lapid e Moshè Yaalon capi dei due partiti che hanno formato il cartello elettorale di Blu-Bianco - non è che il trampolino per un governo insieme a Netanyahu.
Gantz infatti, secondo le anticipazioni, lascerà entro breve lo scranno più alto della Knesset (che tornerà al Likud di Netanyahu) per diventare vice premier e ministro degli esteri di un prossimo esecutivo unitario guidato per un anno e mezzo dall'inossidabile premier attuale. Solo nel settembre del 2021 - in base al principio della rotazione - assumerà lui stesso, se tutto andrà bene, la premiership. Un traguardo sul quale tuttavia molti analisti, ben conoscendo l'abilità di manovra di Netanyahu, non sono pronti a scommettere.
Cosa abbia convinto Gantz a cambiare idea ed accettare l'ipotesi da lui più volte esclusa con sdegno, di servire in un governo guidato da un premier incriminato, non è ancora chiaro. Ciò che invece è chiara è la reazione furibonda degli alleati di peso dell'ex generale: Lapid e Yaalon hanno subito annunciato l'uscita dei propri deputati dalla coalizione elettorale di Blu-Bianco. «Ha deciso di spaccare il partito per andare carponi nel governo di Bibi. Insondabile», ha sibilato il primo. E Meir Cohen, del partito di Lapid, che fino a poche ore prima doveva diventare presidente della Knesset ha ammesso sconsolato: «Certo non ci opponiamo all'unità, specie in un momento come questo. Ma pensiamo che prima e soprattutto si doveva insistere sulla democrazia e l'integrità». Nitzan Horowitz, leader del partito di sinistra Meretz che appoggiava Gantz, ha denunciato che l'ex capo di Blu-Bianco «è diventato un collaboratore con un premier incriminato».
Felicitazioni invece da destra: il ministro della difesa e leader del partito 'Yaminà(Destra) Naftali Bennett ha esaltato il «passo di Gantz di entrare in un governo di unità sotto Netanyahu.
Questa è la cosa giusta per Israele in questo periodo di emergenza». Ora, secondo le previsioni, si dovrebbe andare velocemente alla formalizzazione del nuovo governo, guidato ancora una volta da Netanyahu: ci sono voluti ben elezioni in poco più di un anno.