Francia, collaboratore di Macron picchiò manifestante coperto da un casco delle forze dell'ordine

Macron con Benalla
Macron con Benalla
Giovedì 19 Luglio 2018, 14:27 - Ultimo agg. 20 Luglio, 16:58
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Un collaboratore del presidente Emmanuel Macron, Alexandre Benalla, avrebbe picchiato un manifestante il primo maggio scorso, festa del lavoratori, a Parigi, in Place de la Contrescarpe, storico ritrovo studentesco nella rive gauche, non lontano dal Panthéon. E' quanto emergere da una ricostruzione pubblicata su Le Monde online, in cui si precisa che Benalla era coperto da un casco con la visiera delle forze dell'ordine. La procura di Parigi ha aperto un'inchiesta preliminare per violenze.

Nei video visionati dal giornale (e che ora impazzano in tv e sui social network), si vede il collaboratore presidenziale con il volto coperto da un casco con visiera della polizia, malgrado non sia un agente, strattonare per il collo una ragazza dai capelli castani, poi colpire un ragazzo, già a terra, circondato dai poliziotti in stile Robocop della compagnia repubblicana di sicurezza (Crs). In uno dei filmati, spiega Le Monde, si sente il giovane supplicarlo di calmarsi: «Le spiego!», grida il ragazzo. Invano. L'uomo col casco - «fuori di sé», secondo Le Monde - lo trascina a terra, poi lo afferra pesantemente per il collo colpendolo più volte. Interpellato da Le Monde, il diretto interessato non ha confermato né smentito la sua presenza in Place de la Contrescarpe.

«Siamo rimasti scioccati da questa irruzione di violenza; ci siamo detti: non è normale, c'è qualcosa di anormale in quello che sta accadendo»: è quanto dichiara il ricercatore di storia Jérémie Ferrer-Bartomeu, testimone dell'aggressione. «Non capivamo cosa stesse accadendo», dice il testimone intervistato questa mattina da France Info, aggiungendo: «È stato di una incredibile violenza». Gli stessi agenti francesi Crs «faticavano a capire cosa stesse facendo quell'uomo». «Nel video, si vede chiaramente che quell'uomo non sa cosa stia facendo. Ha messo le mani al collo del ragazzo, cosa che un poliziotto non si permetterebbe mai di fare. Casomai ti mette a terra prendendoti le braccia, immobilizzandoti con altre tecniche. Qui abbiamo visto un dilettantismo che avrebbe potuto essere pericoloso».

Benalla era tra i responsabili della sicurezza di Macron durante la campagna presidenziale del 2017, e poi è stato
assunto all'Eliseo con il vice-capo di gabinetto Francois-Xavier Lauch. Per ora, se l'è cavata con una sospensione di quindici giorni ma non ha perso il suo posto nel palazzo presidenziale. Una sanzione rimasta segreta per due mesi e mezzo. 

Il capo di gabinetto di Macron, Patrick Strzoda, ha confermato l'aggressione. Com'è stato possibile?, gli chiedono. «Alexandre Benalla - racconta al quotidiano Le Monde - mi avvisò due giorni prima che desiderava partecipare a un intervento con la polizia per vedere come si gestiscono le grandi manifestazioni, in occasione del 1° maggio. Mi ha chiesto l'autorizzazione, cosa che ho accettato, precisando che ci sarebbe andato in quanto osservatore. Il giorno dopo, sono stato avvisato da un collaboratore che Benalla era stato riconosciuto mentre partecipava alle operazioni di tutela dell'ordine pubblico. Ho visto i video, l'ho convocato il giorno stesso».

Quindi ha chiamato Macron, quel giorno in Australia. «Se i fatti vengono confermati - rispose il presidente - vanno
sanzionati». Nella lettera di richiamo inviata a Benalla si deplora un «comportamento chiaramente inappropriato», oltraggio «all'esemplarità di cui devono dar prova, in ogni circostanza, gli agenti della presidenza della Repubbliica». Uomo avvisato, mezzo salvato: «Una seconda volta e verrai licenziato», lo avverte l'Eliseo. A parte la sospensione temporanea, dal 4 al 19 maggio, Benalla rimane al fianco del presidente, anche se trasferito a incarico amministrativo, dove si occupa della sicurezza di eventi organizzati «all'interno del Palazzo», come gli incontri aziendali o la recente celebrazione dei Bleus dopo la vittoria ai mondiali dell'Equipe de France. Ma la vicenda,
probabilmente, non è destinata a finire qui. 

Macron alla domanda se la vicenda che scandalizza la Francia facesse pesare una minaccia sull'esemplarità dello Stato, si è limitato a rispondere: «No, no, no, la Repubblica è inalterabile». Mentre le opposizioni insorgono, dall'estrema destra all'estrema sinistra, passando per socialisti e Républicains, sono in tanti a chiedere l'apertura di un'inchiesta parlamentare. E il segretario della République En Marche, Christophe Castaner, assicura che «nessuno» può godere di un trattamento di riguardo in questo Paese, «qualunque sia la sua funzione». «Mi impegno affinché non ci sia alcun ostacolo affinché la giustizia possa fare il suo lavoro nel miiglior modo al mondo», ha aggiunto il fedelissimo di Macron, intervistato da CNews. 

«È assolutamente scandaloso», tuona, dalla France Insoumise, il deputato Alexis Corbière appellandosi a Macron e al ministro dell'Interno, Gérard Collomb, per fare piena luce sull'accaduto e sanzionare in modo «esemplare» il funzionario. «Ricordo che dei sindacalisti sono stati condannati a quattro mesi con la condizionale per aver strappato una camicia», ha aggiunto, riferendosi alla famosa vicenda dei manager Air France aggrediti dai lavoratori.

Benalla intanto era a bordo del pullman dei Bleus al ritorno dai Mondiali di Russia lunedì scorso. È quanto riferito da Dominique Rizet, esperto di polizia e giustizia di BFM-TV, mostrando una foto di Benalla al fianco dei pullman dell'Equipe de France, il 16 luglio, per la sfilata sugli Champs-Elysées. Secondo l'emittente, la sua presenza in quel contesto non appare coerente con le sanzioni che l'Eliseo dice di aver assunto contro il sospetto funzionario picchiatore. Dopo la finale della Coppa del Mondo, dice Rizet, «era all'aeroporto di Roissy, si è occupato della sicurezza dei Bleus, era nel bus quando ha attraversato gli Champs-Elysées». Poco prima, l'Eliseo aveva fatto sapere che, dopo i fatti, Benalla era stato retrocesso a funzioni di sicurezza solo all'interno del Palazzo, il che non sembra però confermato dalla sua presenza a fianco dei vincitori del Mondiale di Russia. «Vista l' eccezionalità della circostanza, il ritorno dei Bleus - si giustificano all'Eliseo - tutto il personale che si poteva mobilitare è stato mobilitato» .

 
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