Presidenziali Egitto: al-Sisi si ricandida, cercasi sfidanti

Presidenziali Egitto: al-Sisi si ricandida, cercasi sfidanti
di Elena Panarella
Sabato 20 Gennaio 2018, 16:38 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 14:26
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Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha annunciato che si candiderà alle elezioni presidenziali in programma a marzo per ottenere un secondo mandato. Un atto scontato, insomma si sapeva. Solo che ora è ufficiale. Insomma è uscito allo scoperto. La Commissione elettorale ha annunciato che le operazioni di voto per le presidenziali si terranno dal 26 al 28 marzo, mentre l’eventuale ballottaggio si terrà dal 24 al 26 aprile.  Il presidente ha sciolto la riserva con un annuncio fatto nel corso della conferenza “Storia di una nazione”, evento nel quale ha illustrato i risultati raggiunti nei 4 anni di mandato. La costituzione egiziana limita a 2 i mandati presidenziali. Al-Sisi è in carica dalla metà del 2014.

«Vi dico francamente che spero che voi permettiate e accettiate la mia candidatura per il posto di presidente», ha detto l’altra sera fra gli applausi durante la conferenza. Sisi, ex generale di 63 anni, era stato eletto nel 2014 col 97% dei voti e quasi nessun reale avversario (praticamente come oggi) dopo aver guidato la rivolta popolar-militare che l’anno prima aveva portato alla deposizione di Mohamed Morsi, il presidente islamista restato al potere tra il 2012 e il 2013 dopo le prime elezioni libere (per modo di dire) del dopo-Mubarak. Dopo la (pseudo) primavera araba del 2011, la gestione di Sisi ha portato  all’inizio molta speranza e il sogno di una normalità perduta. Anche se a difficoltà si sono aggiunte nuove difficoltà come gli attentati dell’Isis. Ma anche se le riforme economiche sono state elogiate dal Fondo monetario internazionale, la popolarità del presidente è chiaramente intaccata dall’impatto sociale del risanamento economico. Stipendi bassi e costo della vita molto più elevato ha portato molte famiglie all’esasperazione. «Quando si tocca il costo del latte e del pane che sono alimenti fondamentali - dicono gli egiziani - è difficile arrivare alla fine del mese. Per non parlare della carne». E intanto le ong internazionali criticano la dura repressione di proteste e dissenso. 

A sfidare Sisi nelle urne saranno però solo un altro generale, l’ex capo di Stato maggiore Sami Anan ormai in pensione (quindi innocuo) e da anni fuori dagli schermi, e soprattutto un avvocato di sinistra che però rischia (scontato anche questo) di essere squalificato da un processo in corso per aver fatto un gestaccio in pubblico, Khaled Ali. Dopo aver annunciato l’intenzione di candidarsi, hanno invece rinunciato due volti più noti: l’ex premier Ahmed Shafiq, che perse di misura contro Morsi nel 2012, e Anwar Sadat, un nipote del defunto presidente della pace con Israele. Come Ali, anche questi due potenziali candidati hanno lamentato intimidazioni e ostacoli al loro tentativo di opporsi a Sisi: Sadat in particolare non avrebbe neanche trovato un hotel disposto ad ospitare una sua conferenza stampa. Quindi il risultato è scontato. 
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