Giornalista trentenne si imbarca su sottomarino e scompare: il torso di una donna ritrovato in mare

Giornalista trentenne si imbarca su sottomarino e scompare: il torso di una donna ritrovato in mare
di Federica Macagnone
Martedì 22 Agosto 2017, 17:31 - Ultimo agg. 23 Agosto, 15:55
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Una giovane reporter scomparsa, un inventore bugiardo, un sottomarino che affonda, il cadavere decapitato di una donna in mare. Ogni aspetto di questa storia sembra essere l'emanazione di quel lato oscuro del Nord Europa, quella Scandinavia che da anni è il teatro in cui si muovono i personaggi dei celebri giallisti nordici che affollano gli scaffali delle librerie. Solo che questa volta non si tratta di un libro, e Kim Wall non è la protagonista di un thriller. Eppure lei, giornalista freelance svedese 30enne, famosa tra l'altro per i suoi reportage dalla Corea del Nord, dall'Uganda e da Haiti e per i suoi articoli per The New York Times, ha trovato la morte a due passi da casa sua in circostanze ancora tutte da chiarire, in quello che per gli abitanti di Copenaghen si è trasformato in un giallo da prima pagina di cui ancora non si riesce a trovare il bandolo della matassa.
 




Tutto è iniziato il 10 agosto, quando Kim si è imbarcata su un mini-sottomarino privato costruito dal 46enne Peter Madsen, inventore del «Nautilus Uc3», conosciuto nel Paese con il nomignolo di "Rocket Madsen": da anni l'uomo spera di diventare il primo uomo a imbarcarsi su un razzo spaziale costruito da lui personalmente attraverso il crowdfunding. Il sottomarino era l'ultima invenzione che doveva essere al centro del reportage di Kim. I due si imbarcano, ma l'11 agosto il fidanzato della giornalista lancia l'allarme dopo non essere riuscito più a mettersi in contatto con lei. Scattano le ricerche e si riesce a stabilire un contatto radio: Madsen spiega che hanno avuto dei problemi tecnici, ma nulla di grave. Da lì a poco il sottomarino, 40 tonnellate di peso e 18 metri di lunghezza, si inabissa. Madsen si salva, di Kim non c'è alcuna traccia.

È lì che il giallo si infittisce,  a causa delle diverse versioni fornite dall'inventore agli investigatori. In un primo momento racconta di averla fatta sbarcare, dopo l'intervista, su un’isoletta vicino a Copenaghen. Lunedì la versione dei fatti cambia: Madsen rivela che la donna è morta in un incidente sul sottomarino e che lui ha lasciato il corpo in mare. Intanto, durante le operazioni di ricerca, il sommergibile viene recuperato dopo essersi  inabissato nella baia di Koge, a sud di Copenaghen, ma Kim non viene ritrovata. La polizia, a quel punto, blinda le immagini e le notizie fanno fatica a trapelare, mentre rimangono senza risposta un mucchio di domande: se davvero è stato un incidente, perché l'uomo non ha chiamato la polizia? Perché non ha portato il suo corpo a riva? Perché inizialmente ha detto di averla lasciata su un isolotto?

Lunedì sera un nuovo tassello si aggiunge al puzzle: il torso di una donna, senza testa, gambe e braccia, viene ritrovato su una riva a sud di Copenaghen. «È troppo presto per dire se sia Kim Wall - ha detto Jens Moller, a capo delle indagini per la polizia di Copenaghen - Il torso è stato in acqua per un po' di tempo e l'identificazione potrebbe richiedere giorni». E mentre Madsen rimane in carcere con l'accusa di omicidio colposo, si fa avanti prepotentemente l'ipotesi di un tentativo di insabbiamento: solo l'inventore sa cosa è successo su quel sottomarino. E solo lui sa se lo ha deliberatamente mandato a picco per nascondere ciò che era accaduto a bordo.
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