Crisi in Venezuela, rivolta a Caracas: 30 morti. Procuratrice generale: arresti irregolari

Crisi in Venezuela, rivolta a Caracas: 30 morti. Procuratrice generale: arresti irregolari
Martedì 25 Aprile 2017, 19:55 - Ultimo agg. 26 Aprile, 17:00
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Precipita nella violenza la crisi politica che sta attraversando il Venezuela, dove sono almeno 30 le vittime di tre settimane di proteste contro il governo di Nicolás Maduro. Ieri il ministro degli Esteri di Caracas ha minacciato il ritiro dall'Osa, l'Organizzazione degli Stati americani, se i ministri degli Esteri dei 16 Paesi che compongono l'organismo terranno una riunione per discutere della situazione del Venezuela senza dichiarare sostegno al governo. Da parte sua Maduro, ha accusato l'opposizione per le vittime che si sono registrate durante le proteste.

 

 

«Da quando è iniziato questo assalto al potere ci sono stati 29 connazionali uccisi. Il popolo chiede giustizia», ha affermato, sottolineando che nessuno può fermare il corso della rivoluzione bolivariana e dicendosi pronto a fare tutto quello che deve, anche dare la vita, per l'indipendenza e il futuro del paese. Secondo il procuratore generale, Luisa Ortega, il numero delle persone uccise nelle proteste, che hanno avuto inizio il 4 aprile, sono almeno 30.

Quella di ieri è stata un'altra notte di scontri violenti e saccheggi in Venezuela, dove la protesta pacifica dell'opposizione - come il sit in nazionale che ha bloccato ieri le principali arterie di traffico del paese - sta degenerando in rivolta sociale, apparentemente fuori dal controllo del governo o delle forze politiche. Altre due persone sono morte l'altro giorno nell'ambito delle proteste contro il presidente Nicolas Maduro.

Nella città nord-occidentale di Merida un uomo è morto dopo essere stato colpito da un colpo d'arma da fuoco alla gola, mentre altri sei sono stati gravemente feriti. L'altra vittima a Barinas, dove a perdere la vita per le ferite da arma da fuoco è stato un manifestante di 54 anni.
A Caracas, lo stesso copione si è ripetuto dal quartiere di San Martin a quello di San Juan: barricate improvvisate di oppositori che bruciano spazzatura per bloccare le strade, duro intervento della Guardia Nazionale, appoggiata dai gruppi armati pro governativi - i cosiddetti «colectivos» - e tentativi di saccheggio dei negozi della zona.

Anche a Valencia, capitale dello stato di Carabobo e terza città più importante del paese, quattro negozi sono stati saccheggiati durante la notte scorsa, compresa una macelleria dove la polizia ha arrestato quattro persone mentre stavano rubando carne. I social network sono pieni di immagini e video di strade coperte dalle nuvole di fumo dei copertoni bruciati sulla via e dei gas lacrimogeni, denunce di sparatorie e tentativi di saccheggio e gruppi di civili armati che percorrono in moto le città venezuelane.


La Procuratrice generale del Venezuela, Luisa Ortega Diaz,  ha denunciato irregolarità in molti degli arresti effettuati dalle forze di sicurezza durante le proteste antigovernative che si susseguono nel paese dall'inizio di aprile. Diaz ha menzionato il caso di 38 persone arrestate dalla Guardia Nazionale nello stato di Nueva Esparta, che comprende le isole venezuelane al largo del mare Caraibico.

«La legge stabilisce che, quando la persona è stata sorpresa in flagranza di reato, l'arresto deve essere giustificato in un verbale, nel quale il funzionario deve raccontare quanto successo.
In questo caso abbiamo trovato una situazione anomala, in quanto la polizia criminale dice non conoscere le circostanze in cui queste persone sono state fermate», ha spiegato. La procuratrice ha raccomandato alle forze dell'ordine di «seguire la procedura prevista» per gli arresti, aggiungendo che «nel caso dei cittadini di cui non si è informato che avessero svolto azioni illegali, il pm ha chiesto misure cautelari o la piena libertà».

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