Corea del Nord, in 3,5 milioni pronti arruolarsi. E Trump pressa la Cina

Corea del Nord, in 3,5 milioni pronti arruolarsi. E Trump pressa la Cina
di Luca Marfé
Sabato 12 Agosto 2017, 23:09 - Ultimo agg. 13 Agosto, 14:40
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Trump promette «fuoco e furia» e gli statunitensi osservano preoccupati e attoniti il loro stesso presidente. Kim annuncia di voler colpire Guam con 4 missili e i nordcoreani ascoltano orgogliosi e fieri il loro leader. E rispondono.
Stando a quanto pubblicato dal Rodong Sinmun, il quotidiano del Partito dei Lavoratori, sarebbero ben tre milioni e mezzo i cittadini che tra Pyongyang e dintorni sarebbero pronti ad imbracciare le armi contro il nemico giurato a stelle e strisce.

Un dato altissimo se considerato in proporzione al numero di abitanti (poco più di 25 milioni) e all'evolversi estremamente rapido della spinosa vicenda politico-militare. Curiosa anche la composizione di questa repentina domanda, evidentemente variegata oltre che vasta. I volti in gioco, infatti, sarebbero quelli di tante giovani leve, ma anche di militari in pensione pronti a tornare in prima linea. Arruolamento e reintegro: qualsiasi cosa pur di arginare ciò che viene percepito in loco come insensato delirio occidentale.

Con Trump che, dal canto suo, finisce col diventare il miglior alleato di Kim. La sua retorica strillata e belligerante, cui il dittatore coreano si "appoggia" ben volentieri, giustifica agli occhi del popolo orientale l'uomo forte al comando, per l'appunto necessario nell'ottica del confronto-scontro con il demone imperialista.
Un patriottismo cieco, anche dinanzi ai soprusi diffusi e alle libertà mai conosciute, in nome del quale inizia a montare una mobilitazione senza precedenti né dubbi.

Dubbi che invece continuano ad attanagliare gli Stati Uniti di un Donald Trump sempre più maestro di improvvisazione e cattive maniere. Un'improvvisazione che, tuttavia, potrebbe addirittura produrre dei risultati sulla base dell'oramai consueto schema di far saltare ogni tradizione, diplomatica e militare. Il tycoon strattona la Cina, la minaccia sul fronte commerciale (in arrivo dazi e sanzioni) e potrebbe riuscire a convincerla di dover risolvere definitivamente la questione dello scomodo alleato nordcoreano. Il tutto, tornando a Trump e agli Stati Uniti, senza muovere un dito.

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