Kim Jong-un blocca i test nucleari: non servono più

Kim Jong-un blocca i test nucleari: non servono più
di Michelangelo Cocco
Domenica 22 Aprile 2018, 08:30 - Ultimo agg. 10:49
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Con un vero e proprio colpo di scena, Kim Jong-un ha annunciato la sospensione dei test atomici e missilistici nordcoreani. Secondo quanto riferito dalla Kcna, il regime ha ormai conseguito una «grande vittoria», essendo riuscito a sviluppare la sua tecnologia atomica militare, e, dunque, «nessun esperimento nucleare né lancio di razzo a media gittata o intercontinentale è più necessario», a partire da ieri. L'agenzia di stampa ufficiale aggiunge che il sito di Punggye-ri (teatro di tutte e sei le esplosioni controllate portate a termine finora da Pyongyang) sarà smantellato «in maniera trasparente». Tutto ciò potrebbe preludere al via libera a ispezioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, per andare incontro alla richiesta dell'Amministrazione statunitense di una de-nuclearizzazione «completa, verificabile e irreversibile» della Corea del nord.
 
Nel 2017, Pyongyang aveva portato a termine sei test atomici e lanciato vettori balistici intercontinentali capaci di raggiungere gli Usa. L'ultimo esperimento, nel novembre scorso, aveva innescato un crescendo di sanzioni internazionali e di tensione con gli Usa che avevano fatto temere lo scoppio di un conflitto dalle conseguenze devastanti nella Penisola coreana, nella quale Pyongyang e Washington sono ancora tecnicamente in stato di guerra dopo l'armistizio siglato a Panmunjom nel 1953. Con il clamoroso (e unilaterale) passo compiuto ieri, Kim mira anche a ottenere dal presidente Trump garanzie di non aggressione da parte della macchina bellica Usa nel Pacifico, auspicabilmente siglando la pace che metta ufficialmente la parola fine alla Guerra di corea. La svolta è maturata durante l'ultima riunione del comitato centrale del Partito dei lavoratori: al fine di «creare un clima favorevole» per la sua economia, la Corea del nord «favorirà i contatti e il dialogo attivo» con la comunità internazionale, si legge nel comunicato del partito unico al governo. E qui probabilmente sta una delle principali chiavi di lettura dell'ultima mossa di Kim, che arriva alla vigilia degli storici incontri che il trentaquattrenne leader nordcoreano avrà con il presidente sudcoreano Moon Jae-in (venerdì prossimo) e con Donald Trump (tra la seconda metà di maggio e i primi di giugno). Dal 2013 da quando Kim, succeduto al padre nel 2011, iniziò a imporre la sua linea - la Corea del nord persegue la strategia dello sviluppo simultaneo dei suoi armamenti, anche nucleari, e della sua economia (il cosiddetto byungjin). L'annuncio di ieri equivale a dichiarare la fine di questa politica. Ora Pyongyang punta a migliorare le relazioni con gli Usa per far crescere l'economia nazionale e a tal fine ha bisogno che l'embargo con il quale il regime è stato punito per le sue intemperanze atomiche venga allentato. Kim mira a ripercorrere una strada di riforme di mercato simile a quella intrapresa alla fine degli anni Settanta dal leader cinese Deng Xiaoping, senza tuttavia affidarsi unicamente alla Cina, nei confronti della quale i nordcoreani sono diffidenti e la cui potenza economica rischierebbe di rendere la Corea del nord uno Stato satellite del sempre più potente vicino. Ma, prima di lasciarsi alle spalle i suoi azzardi atomici sull'orlo dell'abisso per lanciarsi lungo la via dello sviluppo economico, ora è Kim ad avere bisogno di concreti segnali di pace da parte di Trump che ieri ha accolto positivamente l'annuncio: una bella notizia per il mondo. 
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