L'ira della Cina per i test sui missili della Corea del Nord: non importerà più il carbone

L'ira della Cina per i test sui missili della Corea del Nord: non importerà più il carbone
Sabato 18 Febbraio 2017, 18:58 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 07:48
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La Cina ha annunciato lo stop alle importazioni di carbone dalla Corea del Nord per tutto il 2017: lo rende noto sul sito web il ministero del Commercio secondo cui la misura scatterà domani. La mossa, già provata dall'11 al 31 dicembre scorsi, punta a rafforzare le sanzioni decise dall'Onu dopo i test balistici e nucleari. Pechino, per gli osservatori, sarebbe fortemente irritata per le ultime vicende del Nord, come il test missilistico di domenica e l'assassinio in Malaysia di Kim Jong-nam, fratellastro del leader Kim Jong-un.

Il riferimento è alla risoluzione Onu 2321 che - varata dal Consiglio di Sicurezza il 30 novembre dopo la quinta detonazione atomica di settembre 2016 - prese di mira l'export di materie prime, tra cui rame, nickel, argento, zinco e carbone che, nel comparto, è la maggior fonte di valuta estera per la Corea del Nord. All'export di carbone la risoluzione fissò non un divieto assoluto, ma un tetto annuo di 400,9 milioni di dollari (o 7,5 milioni di tonnellate). La Cina è stata sempre di gran lunga il primo compratore. La risoluzione definì restrizioni bancarie a carico di ambasciate e diplomatici di Pyongyang.

Il Nord replicò duramente alla decisione Onu denunciando le misure come un mezzo per violare la propria «sovranità» e i suoi «diritti all' esistenza» promettendo di scatenare una reazione «ancora più dura». Quanto alle ultime intemperanze, Pechino ha mantenuto in via ufficiale una posizione prudente: secondo gli osservatori, tuttavia, l'irritazione sarebbe netta sia per il nuovo missile a medio raggio testato a sorpresa domenica, sia per l'assassinio di Kim Jong-nam, fratellastro maggiore di Kim Jong-un, avvelenato all'aeroporto di Kuala Lumpur lunedì mattina mentre stava per imbarcarsi su un volo per Macao.

Nell'ex colonia portoghese risiede la sua famiglia dove gode della protezione del governo di Pechino, secondo l'intelligence di Seul.
Sempre i servizi sudcoreani avevano considerato Kim Jong-nam come una possibile opzione a disposizione della Cina per la guida della Corea del Nord in caso di collasso del regime di Kim Jong-un.
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