Usa, caccia bombardieri in volo su Guam: «Pronti a batterci stanotte»

Usa, caccia bombardieri in volo su Guam: «Pronti a batterci stanotte»
di Luca Marfé
Mercoledì 9 Agosto 2017, 16:36 - Ultimo agg. 18:08
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Quasi in concomitanza con le roboanti dichiarazioni nordcoreane stando alle quali Pyongyang starebbe studiando un attacco preventivo contro il territorio statunitense di Guam, proprio nei cieli dell’isoletta del Pacifico situata a sud del Giappone ha avuto luogo un’esercitazione militare che fa tremare il mondo.

A levarsi in volo sono stati due caccia bombardieri B-1B che, sotto il comando dell’aviazione statunitense, hanno preso parte ad una vera e propria missione congiunta al fianco di Giappone e Corea del Sud.

Le manovre degli alleati hanno avuto una durata di circa 10 ore e, al di là di tecnicismi e dichiarazioni di facciata, ciò che ha destato e continua tuttora a destare maggiori preoccupazioni è l’intercettazione della voce di uno dei piloti statunitensi che in radio ha affermato: «Il modo in cui ci esercitiamo è il modo in cui combattiamo, e più ci interfacciamo con i nostri alleati e meglio siamo pronti a batterci stanotte».

Parole pesanti che non si sono materializzate nel corso della notte, ma che lasciano presagire che qualcosa di grosso potrebbe accadere davvero da un momento all’altro.

La notizia diffusa dal canale televisivo Fox è stata peraltro ripresa da Donald Trump in persona che, come sempre attraverso il suo account Twitter, l’ha rilanciata assieme ad altri due “cinguettii” che corredano i presagi negativi.



«Il mio primo ordine da Presidente è stato quello di rinnovare e modernizzare il nostro arsenale nucleare. Adesso è di gran lunga più forte e più potente di quanto non lo sia mai stato…»

E ancora:

«Speriamo di non dover mai utilizzare questo potere, ma non verrà mai il tempo in cui non saremo la nazione più potente del mondo!», con tanto di punto esclamativo finale.

Parole infarcite di orgoglio a stelle e strisce che, combinate con quel «fuoco e furia» promessi in conferenza stampa, fanno vibrare attenzioni e preoccupazioni dell’intero scacchiere internazionale.

L’unico che prova a gettare acqua sul fuoco è il segretario di Stato Rex Tillerson che, dal suo tour istituzionale in Asia in un breve messaggio video registrato a bordo dell’aereo di Stato, difende sì il suo presidente, ma invita tutti i suoi connazionali a «dormire sonni tranquilli», almeno per il momento.

Tuttavia, resta forte la sensazione di fiato sospeso. Perché al di là del carattere notoriamente irascibile dei due leader al centro dell’arena, le minacce di Kim Jong-un potrebbero paradossalmente essere molto utili a Trump per scrollarsi di dosso una serie di intoppi che la sua politica sta vivendo tanto sul piano interno quanto su quello internazionale. In questa fase precisa, dunque, un repentino sfoggio di muscoli avrebbe l’effetto immediato di calamitare ogni attenzione, spazzando via di colpo tutto il resto. Assieme alla serenità, però, dell’intera penisola coreana. E non solo.
 

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