Bombe, cecchini e cannoni per rubare 8 milioni di dollari in un caveau. La polizia uccide tre banditi

Bombe, cecchini e cannoni per rubare 8 milioni di dollari in un caveau. La polizia uccide tre banditi
Martedì 25 Aprile 2017, 21:39 - Ultimo agg. 26 Aprile, 16:59
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Un assalto che nemmeno la fantasia del cinema è mai riuscita a rappresentare. È stato definito il colpo del secolo, un furto durato quasi tre ore che non ha risparmiato bombe, cecchini e cannoni antiaerei. Un gruppo di almeno quaranta persone ha fatto saltare in aria la sede del quartier generale dell’impresa di trasporto Prosegur a Ciudad del Este, in Paraguay. Uno dei malviventi ha ucciso la guardia di sicurezza privata e si è impossessato del caveau di 8 milioni di dollari. Poi, i delinquenti hanno fatto esplodere quattordici auto distribuite in tutta la città, che si trova nella zona di Triple Frontera tra l’Argentina e il Brasile, per distrarre la polizia e facilitarsi la fuga. Ore più tardi, le forze di sicurezza brasiliane hanno ucciso tre dei banditi e ne hanno catturati quattro, altri ancora sono riusciti a oltrepassare i confini con barche e motoscafi.

Auto incendiate, chiodi per le strade, Ciudad del Este si è svegliata in assetto di guerra e è ancora sotto shock. All’alba, più di quaranta malviventi hanno tenuto sotto assedio la località per almeno tre ore, in un’operazione orchestrata nei minimi dettagli.

Il primo attacco è servito per distrarre. Alle 0.18,  diversi veicoli sono stati incendiato bloccando l’uscita alle pattuglie della Polizia dalla Prefettura e dal commissariato locale. Poi, i delinquenti hanno lanciato bombe molotov in vari punti della città per generare ulteriore confusione tra le forze di sicurezza locali e riuscire così a avvicinarsi alla porta del locale dell’impresa di trasporti.

Assicurarsi il transito sulla Ruta Internacional 7, strada che unisce Ciudad del Este con Foz de Iguazú, era la seconda parte dell’operazione. Per questo hanno fatto esplodere altre auto e dei cecchini hanno sparato contro qualsiasi veicolo che riuscisse a continuare il cammino schivando le macchine in fiamme, secondo quanto raccontato dalle fonti della polizia, come riporta il giornale argentino Pagina 12.

Assicuratisi questa fase, i malviventi sono riusciti ad avvicinarsi alla sede di Prosegur che era custodita da tre guardie al suo interno e di un’altra guarda che controllava il perimetro esterno. In quel momento era in servizio Sabino Benítez, un agente del Gruppo Especial de Operaciones della Polizia. Gli assalitori hanno sparato contro Benítez, che è morto sul colpo.

Mancava ancora però il cuore dell’operazione: giungere al caveau. Allora, i malviventi hanno fatto esplodere una potente dinamite ( si sospetta che per il colpo sia stato utilizzato un esplosivo C-4, una bomba molto costosa che ha in dotazione anche la Direzione del Materiale Bellico del Paraguay) e hanno frantumato le pareti dello stabilimento, sono entrati nella sede e preso il bottino. Si sono dati alla fuga con tre veicoli blindati.

Il contrasto gli armamenti della polizia e quella dei ladri era notevole: mentre i delinquenti sparavano con armi da guerra e potevano contare su attrezzature adatte alla scarsa luminosità notturna, la polizia aveva a disposizione solo le armi regolamentari.

Le sparatorie tra le due fazioni sono state filmate da molti cittadini prigionieri nelle loro case che hanno postato quanto avveniva su Internet.

Al giornale ABC, la principale investigatrice dell’assalto, Denise Duarte, ha spiegato che il commando era formato da più di trenta persone e ha aggiunto in accordo con quanto riferito dai testimoni, “tutti parlavano portoghese e erano incappucciati”. La dichiarazione della Duarte rafforza l’ipotesi che la banda sia una ramificazione dell’organizzazione brasiliana Primer Comando della Capital. Ma fonti investigative non scartano la possibilità che la malavita del Paraguay abbiano avuto un ruolo nell’operazione, oltre che si sospetta una certa complicità della polizia. “Non abbiamo mai visto nulla di simile. Sembrava che fossimo in Siria”, ha concluso la donna.

La fuga si è conclusa in accordo a quanto dicono gli investigatori in tre strade: un gruppo è andato verso la capitale del Paraguay, una parte della banda si sospetta che si sia diretta verso sud, verso l’Argentina e l’ultima si è diretto verso il Brasile.

Uno dei gruppi è stato intercettato dalla Polizia brasiliana. Secondo il Ministero dell’Interno nell’operazione sono morti almeno tre assaltatori e quattro sono stati arrestati.

In seguito a questo avvenimento, il comandante della Polizia Nazionale, Luis Carlos Rojas, ha rimosso tutta la squadra in forza alla città di Ciudad del Este, ha poi disposto il cambio della direzione della zona.



 
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