Ventimiglia, denunciati per aver dato da mangiare ai migranti

Migranti a Ventimiglia
Migranti a Ventimiglia
Sabato 25 Marzo 2017, 14:09 - Ultimo agg. 14:27
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Sta facendo molto discutere quanto accaduto a Ventimiglia, la città ligure di frontiera con la Francia che negli ultimi mesi ha vissuto una vera e propria emergenza migranti. Tre cittadini francesi, infatti, sono stati denunciati per aver dato del cibo ad alcuni profughi che sono bloccati nella città: vorrebbero oltrepassare il confine transalpino e lasciare l'Italia, ma di fatto non possone superare la frontiera e si tengono alla larga dal posto di polizia attivo per il riconoscimento, dal momento che verrebbero identificati e smistati in vari centri d'accoglienza nel nostro paese.



Per questo motivo diverse associazioni, italiane e francesi, stanno cercando di superare il confine per portare cibo e bevande. Tre cittadini francesi sono stati denunciati dalla polizia lo scorso 20 marzo per aver somministrato alimenti senza autorizzazione ai migranti. Lo riporta La Repubblica, che raccoglie anche le reazioni di fronte alla denuncia, avvenuta regolarmente secondo un'ordinanza del sindaco Pd, Enrico Iaculano.

Il primo cittadino di Ventimiglia aveva difeso l'ordinanza così: «Ci sono precisi motivi igienico-sanitari e dobbiamo fermare il 'protagonismo' di alcune persone che vogliono farsi pubblicità facendo beneficenza, ma per quello ci sono delle apposite associazioni autorizzate». La decisione, applicata nello scorso mese di agosto, aveva fatto discutere ma ora la polemica si è riaccesa dopo la denuncia a carico dei tre francesi.

«Quell'ordinanza è inattuale, perché si riferisce a ragioni igenico-sanitarie correlate alle temperature medie di agosto. Inoltre allora il campo della Croce Rossa era aperto a tutti, ora è disponibile solo per chi sceglie di farsi identificare. L'articolo 2 della nostra Costituzione impone il dovere della solidarietà, qui si punisce chi aiuta gli altri con cibo e acqua», denuncia Alessandra Ballerini, legale che a Ventimiglia collabora con la Caritas e Terre des Hommes. Alla donna fa eco Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International: «In Italia ormai si criminalizza la solidarietà e si colpisce chi cerca di colmare i vuoti lasciati dalle istituzioni». Molto critico anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana: «Incredibile, dalla guerra alla povertà a quella ai poveri».
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