Gli «angeli» sono al sicuro
il miracolo laico di Rigopiano

Gli «angeli» sono al sicuro il miracolo laico di Rigopiano
di Paolo Vercesi
Sabato 21 Gennaio 2017, 09:07 - Ultimo agg. 09:11
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Gianfilippo, Samuel, Edoardo e Ludovica sono vivi. Sono loro i piccoli protagonisti del miracolo dell'hotel Rigopiano che ieri hanno scritto una commovente pagina di sacrificio e di speranza. Gli uomini delle squadre di soccorso li hanno tirati fuori uno dopo l'altro nel corso della giornata. Gianfilippo è stato il primo, gli altri sono arrivati all'ospedale di Pescara solo in serata e a bordo della stessa ambulanza. Ad ogni salvataggio un applauso e un incoraggiamento ad insistere, a dare di più, una iniezione di fiducia per chi è rimasto per tutta la giornata di ieri e per tutta la notte a scavare sotto le macerie fatte di neve e detriti.
 

Gianfilippo Parete, 7 anni, è stato tratto in salvo ieri mattina insieme con la mamma Adriana. «Adesso tirate fuori anche mia figlia che è nella stanza a fianco» ha detto la donna ai soccorritori. Papà Giampiero non ha dubbi: «È un miracolo». La famiglia Parete era salita all'hotel Rigopiano per festeggiare i compleanni di mamma Adriana e della figlioletta Ludovica. Il dramma della valanga devastante che ha distrutto il resort li ha trascinati in un incubo dal quale sono usciti vivi tutti insieme solo ieri: «Adesso faremo una bella festa, ma niente vacanze: per un po' abbiamo voglia di restarcene a casa» ha detto papà Giampiero.

Lo stesso miracolo che nel corso delle ore hanno sperato si ripetesse Riccardo e Piegiovanni, i fratelli di Edoardo Di Carlo, bimbo di dieci anni che aveva convinto i genitori Sebastiano e Nadia a regalargli una giornata su quella neve che lui ama tanto. E miracolo è stato ancora una volta: quando ha visto in tivù quel ragazzino estratto vivo dal buco che porta all'inferno, zia Simona ha avuto un sussulto: «È Edoardo, è vivo» ha esclamato. In un attimo è giunta di corsa all'ospedale di Pescara, gioiosa e sorridente, «lo voglio solo vedere, lasciatemelo vedere» ha detto.

Ma Edoardo non c'era. Era ancora lassù a Farindola, nella zona dell'hotel, dov'è stato sottoposto alle prime cure per superare il grave stato di ipotermia. «Si è salvato grazie all'abbigliamento pesante, adatto per resistere sulla neve» ha detto ancora la zia Simona, nel frattempo raggiunta dalla sorella Laila, dal cognato Riccardo e da altri parenti, tutti in angoscia per i genitori di Edoardo, Nadia e Sebastiano Di Carlo: «Ci hanno detto che sono vivi, che hanno risposto ai soccorritori ma sono ancora là sotto» hanno detto preoccupati. Edoardo invece no, lui da ieri sera è al sicuro in un letto di ospedale a Pescara.

«Mi chiamo Edoardo» ha detto quando ancora era in barella, fornendo indicazioni utili sulla situazione sotto le macerie: «Ero in una stanza con gli altri tre bambini e con noi c'era pure una mamma, gli adulti erano invece da un'altra parte». Erano tutti nella hall, dove hanno pure acceso un fuoco che nella notte li ha riscaldati e che al mattino seguente, ieri, ha segnalato con il fumo la presenza di persone ancora vive sotto le macerie. Una favola lieta anche quella del piccolo Samuel, 8 anni, figlio di Domenico Di Michelangelo, poliziotto al commissariato di Osimo, e di mamma Marina Serraiocco, di Chieti.

Loro sono ancora ufficialmente nella lista dei dispersi ma Samuel ce l'ha fatta, è stato estratto sano e salvo facendo tirare almeno un sospiro di sollievo allo zio Alessandro, anche lui in polizia, che per tuta la giornata ha seguito le operazioni di soccorso dall'ospedale di Pescara ed è stato aggiornato minuto dopo minuto dai colleghi. «Quella di Samuel è una notizia magnifica, ora spero di riabbracciare mio fratello e sua moglie, ho notizie che lasciano ben sperare ma non vorrei illudermi, resto con i piedi per terra» ha detto Alessandro. Ludovica Parete si è ricongiunta per ultima ai genitori e al fratellino Gianfilippo che erano usciti dall'orrore diverse ore prima. Braccia forti e generose l'hanno tirata fuori seguendo le indicazioni lasciate da mamma Adriana. I soccorritori l'hanno avvolta in un abbraccio mentre scattava l'applauso liberatorio. Un'altra vita salvata. Il miracolo dei bambini dell'hotel Rigopiano.
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