Uccide a martellate i figli piccoli:
la follia per il rogito di un immobile

Uccide a martellate i figli piccoli: la follia per il rogito di un immobile
di Alessandra Camilletti
Martedì 28 Marzo 2017, 08:56 - Ultimo agg. 14:42
4 Minuti di Lettura

Nemmeno il tentativo di inquinare la scena del delitto. Nel soggiorno di casa l’immagine più terribile. I due bambini senza vita, il martello sporco di sangue. Così li ha trovati la mamma, come nel peggiore degli incubi. E nessuna traccia del papà. Gabriele è stato ritrovato qualche ora più tardi, senza vita anche lui in fondo ad un dirupo. Ha deciso di farla finita a 45 anni e di portare via con sé anche due dei tre figli, di tre e quattro anni. La sorellina più grande, adolescente, era in gita con la scuola, miracolosamente fuori Trento. 

«Non ci sono difficoltà nel ricostruire l’avvenimento principale», dicono gli inquirenti. Quanto a cosa sia scattato nelle mente dell’uomo probabilmente non si saprà mai, ma «la pista principale è legata a un movente di tipo finanziario» spiega il sostituto procuratore Pasquale Profiti. «D’altra parte - aggiunge - nessun biglietto o altra indicazione scritta è stata trovata sulle motivazioni del gesto».

«Si ipotizza che Gabriele Sorrentino potesse avere difficoltà di carattere economico». Quel che è certo, però, «è che è stato un evento sorprendente, del quale non v’era stata alcuna avvisaglia» aggiunge il magistrato. E la giornata di sempre, di una famiglia per tutti perfetta, si trasforma in una giornata di follia senza ritorno. C’era un’unica variabile, l’appuntamento dal notaio per l’acquisto di un appartamento attiguo alla proprietà, un attico acquistato anni fa. Non si esclude che proprio quel rogito abbia scatenato la follia dell’uomo. Difficile dire se i piccolini si siano accorti di cosa stava accadendo. Sarà l’autopsia a chiarirlo. Già ieri sera la ricognizione sui corpi. 
Sara, stimata veterinaria, esce di casa verso le otto, come ogni giorno. Il marito Gabriele resta a casa con i figli, anche perché, operatore finanziario, in casa spesso lavora. Hanno scelto un quartiere modernissimo, quello delle Arbere disegnato da Renzo Piano. Abitano in via della Costituzione, a pochi metri dal Museo delle Scienze, in un’area molto frequentata da turisti e studenti anche per la presenza della nuova biblioteca universitaria. E ieri, con il rogito dal notaio, avrebbero comprato appartamenti attigui.

Non è andata così. Dopo mezzogiorno è la stessa Sara a chiamare i soccorsi. Scattano subito le ricerche del marito. Si leva l’elicottero, viene individuata l’auto, un suv della Volvo. Fondamentale l’aggancio del telefonino alle celle telefoniche. Gabriele ha lasciato l’appartamento, è salito in macchina, è uscito dalla città ed è salito per i tornanti del monte fino ad arrivare a Sardagna. La Volvo parcheggiata nell’area dell’hotel Panorama, albergo in disuso. Di lì ripartono le ricerche, fino a trovare il corpo senza vita dell’uomo, che si sarebbe lanciato nel dirupo di roccia. 

Al bar e tra i vicini di casa è lo sgomento più assoluto.

Parlano tutti di una famiglia perfetta, benestante. Una famiglia di quelle che si vedono sulle pubblicità della tv. «Una simile tragedia familiare, con il suo indicibile carico di dolore, toglie il respiro. Troppi interrogativi senza risposta si addensano in ciascuno di noi e fanno piombare in un silenzio incredulo l’intera comunità trentina. Nell’incredulità, siamo uniti» è il commento, giunto al Sir, il servizio di informazione religiosa della Cei, di monsignor Lauro Tisi, arcivescovo di Trento. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA