Torino, incidenti in piazza San Carlo: pronti almeno 20 avvisi di garanzia

Torino, incidenti in piazza San Carlo: pronti almeno 20 avvisi di garanzia
Venerdì 3 Novembre 2017, 01:37 - Ultimo agg. 4 Novembre, 15:20
3 Minuti di Lettura
A cinque mesi degli incidenti di piazza San Carlo a Torino durante Juventus-Real Madrid che costarono la vita ad Erika Proietti, 38 anni, e il ferimento di oltre 1.500 persone che riportarono in gran parte tagli alle gambe e alle braccia causati da un teppeto di cocci di vetri, la Procura ha individuato almeno venti presunti responsabili di omicidio colposo e lesioni. Per cause che incredibilmente non è stato ancora possibile ricostruire con certezza, al terzo gol subito dalla Juve nella finale di Champions League un'ondata di panico spinse a una fuga coatica gli oltre tremila tifosi ammassati davanti ai maxischermi.
 
 


Per terra, in quella che da piazza si è trasformata in una trappola, i cocci di vetro delle bottiglie di bìrra che era stato possibile comprare conm facilità - altro elemento dell'inchiesta - per tutto il pomeriggio e la serata. Le accuse di omicidio colposo e lesioni gravissime riguardano gli enti pubblici e privati che organizzarono l'evento: le indagini hanno rigardato in questi mesi, oltre al Comune di Torino e alla stessa sindaco Appendino, anche la Questura, la polizia municipale e i vigili del fuoco che fanno parte della commissione della vigilanza.   
 


L'inchiesta, coordinata dal procuratore Armando Spataro e dai pubblici ministeri Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacile, procede lungo due direttrici: da una parte si cerca di capire che cosa abbia spaventato gli spettatori, dall'altra si lavora su eventuali lacune organizzative e gestionali della manifestazione. Le ipotesi di lavoro sono le lesioni gravissime e l'omicidio colposo in relazione all'articolo 40 del codice penale, che punisce le condotte omissive di chi doveva evitare l'evento dannoso. Sono circa duecento le persone ascoltate in questi mesi come testimoni da polizia e magistratura, che hanno raccolto numerosi documenti e verbali. Per ora nel registro degli indagati erano stati iscritti i nomi di presidente e direttore di Turismo Torino, ente organizzatore della serata, Maurizio Montagnese e Danilo Bessone. E per effetto delle numerose querele, come atto dovuto, quello della sindaca Chiara Appendino.

Che da paret sua dice: «Ho piena fiducia nella magistratura, che sta svolgendo il suo lavoro. Sappiamo che i torinesi vogliono la verità come è giusto che sia. Quanto a me, se dovessi ricevere un avviso di garanzia sarà mia cura comunicarlo subito a tutti». Chiara Appendino si dice «assolutamente serena» rispetto alle notizie che parlano di svolte clamorose nell'inchiesta giudiziaria sui fatti di piazza San Carlo.

L'inchiesta procede per lesioni e omicidio colposo e si ipotizza, in punta di diritto, la «cooperazione» involontaria fra i vari soggetti.
Un mix di lacune e omissioni che hanno contribuito a provocare il disastro. Un torinese, Vincenzo M., 38 anni, travolto e schiacciato dalla folla, ha denunciato l'assenza «di qualcuno in grado di gestire l'emergenza», o che almeno «indicasse le vie di fuga». E anche la presenza di «pesanti transenne intorno a tutta la piazza» che non solo impedivano alla gente di allontanarsi, ma ostacolavano i soccorsi. Le poche riunioni preparatorie, la fretta dell'allestimento, i controlli inesistenti sui venditori abusivi di alcolici, la marea umana accalcata davanti all'unico maxischermo, la mancata pulizia di una piazza su cui con il passare delle ore si depositò un tappeto di taglienti bottiglie di vetro rotte: tutto è entrato al vaglio dei pm. Palazzo Civico (e non solo) è scosso dalle indiscrezioni di stampa. Ma Osvaldo Napoli, consigliere comunale di opposizione per Forza Italia, invita a «non strumentalizzare» e ad «attendere le conclusioni dei giudici». Laconico il presidente della Regione, Sergio Chiamparino: «Niente da dire, vediamo gli sviluppi». 


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA