«Tradito» da un selfie l'algerino arrestato a Bellizzi con l'accusa di terrorismo

«Tradito» da un selfie l'algerino arrestato a Bellizzi con l'accusa di terrorismo
di Daniela de Crescenzo
Mercoledì 30 Marzo 2016, 17:17 - Ultimo agg. 21:01
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«Tradito» da un selfie con la moglie l'algerino arrestato a Bellizzi sabato pomeriggio: risulta dal mandato europeo di arresto a suo carico.  Secondo il documento inviato con una traduzione giurata all'avvocato Gerardo Cembalo, difensore di Ouali Eddine (è questo il nome dell'algerino), analizzando il computer ritrovato nella centrale del falso di rue Defnet a Saint Gillet gli inquirenti hanno rintracciato i passaporti e i documenti bancari di Ouali e della moglie, Lynda Sandky insieme a un selfie della coppia scaricato da un telefonino.
 



L'avvocato Cembalo spiega: «Ho parlato con la moglie di Ouadi che mi ha detto di non essere a conoscenza di alcuna attività illecita del marito che aveva aperto in Belgio un'impresa commerciale di import ed esport e di essere poi venuta in Italia a richiedere un permesso di soggiorno per poter usufruire di cure mediche avendo degli amici a Salerno. La loro intenzione era quella di stabilirsi a Salerno». 

Grazie al documento della Sectie Zware crim è ora possibile ripercorrere con maggior precisione le tappe che hanno portato all'dentificazione e all'arresto di Ouadi. Le indagini sono partite, come si era già detto in un primo momento, da informazioni arrivate alla polizia belga che hanno permesso di risalire, attraverso una serie di numeri di telefono, a una centrale di produzione di documenti falsi. A quel punto sono partite le intercettazioni che hanno portato all'identificazione di diverse persone che lavorano all'impresa del falso. Secondo gli inquirenti l'organizzatoresarebbe stata gestita da Khalid Ledjeradi, cugino di altri due falsari inquisiti nel 2010 e nel 2014. Il 13 ottobre del 2015 Ledjeradi è stato 'accusato di essere il dirigente dell'organizzazione criminale e anche un trafficante di esseri umani. 

Le intercettazioni hanno poi fatto ipotizzare che Ledjeradi e soci non fabbricavano direttamente i documenti contraffatti, ma affidavano l'incarico ad altre persone. Dopo una serie di pedinamenti gli agenti sono arrivati al civico 32 della rue Gustave Defnet di Saint Gillet. La perquisizione del 13 ottobre 2015 ha dimostrato che la centrale del falso si trovava proprio in quell'edificio dove sono stati trovati due computer,una  stampante per carte d'identità e centinaia di carte d'identità, tessere sanitarie, patenti di guida belghe: tutte false, ma di ottima qualità. Il falsario, che non era presente sul posto, non è stato fermato né identificato. 

Dopo l'attentato di Parigi, quando è apparso chiaro che tre terroristi, Salah Abdeslam, Samir Bouzid e Kayal Soufiane, avevano utilizzato documenti falsi, e sono state diramate le loro foto, gli inquirenti  hanno esaminato nuovamente tutti i rulli delle stampanti delle carte d'identità ritrovate a Saint Giller e vi hanno ritrovato i negativi di stampa delle carte d'identità dei tre. In totale un migliaio di persone sono state segnalate come ricercate visto che utilizzavano documenti falsi.

L'analisi dei due computer ritrovati nella stamperia, sui quali erano caricati vari programmi per la falsificazione dei documenti, sono stati rintracciati il passaporto, i conti bancari e il selfie di Ouadi e della moglie. È scattato il mandato di perquisizione, ma arrivati a casa della coppia gli agenti si sono accori che era vuota,  e hanno accertato che marito e moglie avevano abbandonato precipitosamente l'appartamento da diverse settimane.

Un ex amico algerino di Oudi, che aveva lavorato con lui  a Dubai, ha poi parlato dell'uomo in fuga come di un genio informatico e ha confermato di aver saputo che l'uomo era arrivato in Belgio nel 2014 senza lavoro né denaro e frequentava soggetti che fabbricavano documenti falsi.

Secondo un vicino Ouadi e la moglie avevano raccontato di essere intenzionati a tornare a Dubai. Ma non era così: i due si erano infatti  trasferiti a Montecorvino Pugliano, ospiti di un marocchino, chiedendo poi un permesso di soggiorno temporaneo, possibile da ottenere perché la donna è incinta. Una richiesta che ha fatto scattare nuove indagini e l'arresto di sabato davanti alla chiesa di San Giorgio a Bellizzi. L'udienza per l'estradizione verso il Belgio si terrà a Salerno dinanzi alla Corte di Appello il primo aprile. 

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