Terremoto all'Aquila, l'indagato: «Non ridevo per gli affari del dopo-sisma»

Terremoto all'Aquila, l'indagato: «Non ridevo per gli affari del dopo-sisma»
Martedì 25 Luglio 2017, 09:56 - Ultimo agg. 19:25
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Si sono avvalsi quasi tutti della facoltà di non rispondere, all'Aquila, gli indagati dell’inchiesta “L’importante è partecipare” su presunte tangenti negli affidamenti di 12 appalti pubblici gestiti dal beni culturali d'Abruzzo. Infatti tra gli indagati sentiti, tutti hanno preferito soprassedere in attesa di poter visionare la gran mole di documenti a corredo dell’ordinanza di custodia cautelare peraltro ancora non tutti ancora depositati. L’unico ad avere risposto alle domande Leonardo Santoro, dipendente della società edile “L’internazionale” di Altamura (Bari), finito alla ribalta delle cronache anche per le presunte risate sugli affari del post sisma.

E proprio su questo aspetto l’avvocato di Santoro, Stefano Rossi ha voluto precisare: «Io la telefonata non l'ho ascoltata. Posso comunque affermare che si parlava di lavoro, di un modo di fare, senza offendere alcuno». I due secondo l’accusa avrebbero annuito e riso parlando delle future commesse, in particolare ad Amatrice. Lo stesso Santoro ha negato le risate durante l'interrogatorio.

 
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