Taranto, carabiniere uccide sorella, cognato e padre e poi si spara

Taranto, carabiniere uccide sorella, cognato e padre e poi si spara
di Mario Diliberto
Sabato 18 Novembre 2017, 13:22 - Ultimo agg. 19 Novembre, 21:37
3 Minuti di Lettura

Ha compiuto una strage in famiglia dopo una violenta lite legata probabilmente a dissidi di natura economica, un'eredità divisa male o la gestione di un terreno agricolo. Un appuntato dei carabinieri di 53 anni, Raffaele Pesare, di Sava, in servizio al Nucleo radiomobile della Compagnia di Manduria, ha ucciso con la pistola d'ordinanza, sparando da distanza ravvicinata e in rapida successione, suo padre Damiano, sua sorella Pasana (detta Nella), di 51 anni, e suo cognato Salvatore Bisci (detto Toruccio), di 65 anni. La riunione familiare sfociata in tragedia si era svolta nell'appartamento della sorella, dove abitava anche il padre, in via Giulio Cesare, non distante dal Municipio e dalla piazza principale del paese. Raffaele Pesare, dopo aver ucciso i famigliari, ha telefonato ai suoi colleghi di Manduria, già allertati da alcuni vicini di casa, dicendo «Venite, ho fatto una ca...», poi ha rivolto l'arma contro se stesso, sparandosi al mento.

All'arrivo dei soccorritori, i cadaveri si trovavano nella sala da pranzo, mentre l'appuntato, gravemente ferito, era rannicchiato su una sedia e perdeva molto sangue. L'uomo è stato soccorso e trasferito prima all'ospedale «Marianna Giannuzzi» di Manduria e dopo nel reparto maxillofacciale del Policlinico di Bari. A quanto si è appreso, non sarebbe in pericolo di vita. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Manduria e del comando provinciale di Taranto, i colleghi del Ris, il medico legale Alberto Tortorella, il procuratore aggiunto Maurizio Carbone e il pm Maria Grazia Nastasia. L'area è stata delimitata con nastro bianco e rosso. Tutt'intorno una folla di curiosi. Il sindaco di Sava Dario Iaia conosceva personalmente le vittime. «Tutta brava gente», ha sussurrato ai cronisti il primo cittadino. «Siamo sconvolti - ha aggiunto - e nulla lasciava presagire una tragedia di queste proporzioni. La nostra è una cittadina tranquilla».

Raffaele Pesare è sposato e ha due figli e uno di questi, dicono in paese, intende diventare sacerdote. Anche la sorella del militare, una delle vittime, ha un figlio di 12 anni che al momento della strage si trovava a scuola. Al ragazzino è stato detto inizialmente che i suoi genitori sono rimasti coinvolti in un incidente. Gli hanno portato il cagnolino bianco di famiglia per farlo giocare. Lui, all'oscuro di tutto, ha chiesto anche di poter essere accompagnato dallo zio Raffaele. La violenta lite familiare, secondo i carabinieri, potrebbe essere dunque legata a questioni economiche. Ma questa è una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, che indagano per risalire con certezza al movente del dramma familiare. «Le persone coinvolte - ha aggiunto il sindaco Iaia - non hanno mai dato segni di preoccupazione.

Conosco anche il carabiniere che ha sparato, un militare apprezzato per la sua attività. Restiamo veramente senza parole».

© RIPRODUZIONE RISERVATA