Tajani, dall'Europa fino a 2 miliardi
per la ricostruzione post-terremoto

Tajani, dall'Europa fino a 2 miliardi per la ricostruzione post-terremoto
Domenica 19 Febbraio 2017, 10:35 - Ultimo agg. 14:18
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Sul terremoto in Centro Italia «l'Europa si è mossa subito» e potrebbero arrivare fondi fino a «due miliardi». Lo afferma in un'intervista al Messaggero Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, che oggi e domani sarà in visita nelle zone del sisma. L'Ue, spiega, si è mossa «con la stessa rapidità con cui intervenne per il sisma dell'Aquila e per quello dell'Emilia Romagna, stanziando in un caso 493 milioni di euro e nell'altro 670». «Nel caso degli ultimi terremoti, l'unica cosa che si poteva fare subito l'abbiamo fatta. Cioè dare tutto l'anticipo possibile, prescritto dal fondo di solidarietà della Ue. Il 9 dicembre sono stati erogati 30 milioni di euro, a pochi giorni dalla richiesta arrivata dall'Italia. Ma c'è molto di più». «Il 15 febbraio, l'Italia ha inviato alla Commissione europea la stima globale dei danni, che è di 23,5 miliardi. La Commissione farà immediatamente la proposta d'intervento al Parlamento europeo e il Parlamento dovrà votarla. Secondo me, alla fine la cifra complessiva erogata, tra fondo di solidarietà e fondi strutturali Ue, potrebbe avvicinarsi ai due miliardi».

«In aggiunta a queste risorse per la ricostruzione, si possono usare i fondi strutturali destinati alle regioni». L'Italia, aggiunge, non è tanto in grado di trattare con l'Europa: «Non riusciamo ad essere incisivi. Perché manca una strategia. Bisogna organizzare a Bruxelles una presenza, anzitutto fisica, nelle direzioni generali, in Parlamento, nelle riunioni di settore e in qualsiasi luogo decisionale». «Mi sembra che Gentiloni stia usando linguaggio giusto. Quello utile a ricomporre, senza cedere sui contenuti, tante fratture e lacerazioni». Quanto al dilagare del populismo, per Tajani «le ragioni del malessere derivano, essenzialmente, da questi fattori. Uno: l'Europa comunica male quello che fa. Due: lo scaricabarile sull'Europa» da parte «degli Stati nazionali. Tre: l'eccesso di euro-burocrazia». «Troppo rigorismo e non un giusto rigore». In Angela Merkel vede invece «soprattutto sul tema dell'immigrazione, un giusto approccio europeo». Trump «sicuramente ha risvegliato un orgoglio europeo. Che non dev'essere visto come contrapposizione».
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