Strage di Erba, Azouz: «So chi ha ucciso mio figlio. Rosa e Olindo non c'entrano» e chiede la revisione della sentenza

Strage di Erba, Azouz: «So chi ha ucciso mio figlio. Rosa e Olindo non c'entrano» e chiede la revisione della sentenza
Strage di Erba, Azouz: «So chi ha ucciso mio figlio. Rosa e Olindo non c'entrano» e chiede la revisione della sentenza
Giovedì 11 Aprile 2019, 20:44 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 01:45
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Strage di Erba, Azouz: «So chi ha ucciso mio figlio, Rosa e Olindo non c'entrano». Azouz Marzouk lo dice manifestando tutti i suoi dubbi sulla colpevolezza di Rosa e Olindo, tanto da chiedere la revisione della loro sentenza di condanna all'ergastolo. Azouz Marzouk, tramite il suo legale Luca D'Auria, ha chiesto alla Procura generale di Milano di raccogliere elementi ai fini della revisione della sentenza di condanna all'ergastolo per la strage di Erba (quattro vittime e un ferito grave) l'11 dicembre del 2006, per la quale sono stati condannati Olindo Romano e Rosa Bazzi. Azouz, marito e padre di due delle vittime, in più interviste agli organi di stampa aveva messo in dubbio la colpevolezza della coppia, rea confessa che poi aveva ritrattato.

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Azouz ha perso moglie e figlio nella strage di Erba. «Adesso so chi ha ucciso mia moglie e mio figlio, è una persona che conosco, Rosa e Olindo non c'entrano». Così Azouz Marzouk l 'uomo che ha perso la moglie Raffaella Castagna e il figlio Youssef nella cosidetta Strage di Erba spiega il motivo che lo ha portato a firmare il sollecito per la richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba che ha portato alla condanna dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. «Sono convinto - ha detto in un'intervista a Telelombardia - che esiste un'altra storia. E anche le carte dicono chi è stato. Se leggete le carte si capisce chi è stato. La pista della 'ndrangheta non c'entra niente, quella è una teoria che loro hanno voluto tirare fuori... secondo Marzouk i veri responsabili sono entrati a processo da testimoni. È una mia idea. Questa cosa l'ho detta al mio avvocato. Parecchie cose non sono state fatte. Per esempio le indagini che dovevano essere fatte con tutti quanti... A tutti quanti. Le intercettazioni... Le telecamere che non ci sono, che non hanno preso, le telecamere che ci sono nelle vie... Dove c'è la banca di Roma e dove c'è l'altra via. Ci sono tutte telecamere lì vicino alla piazza. Non ne hanno neanche tirata fuori una. Tutti questi elementi non vi fanno pensare a nulla? A me confermano la mia tesi...La mia tesi è che so chi è andato... Chi è... So chi ha interesse ad ammazzare mio figlio e mia moglie». Una persona che Marzouk dice di conoscere sicuramente.

L'avvocato Luca d'Auria contesta in particolare la genuinità della confessione della coppia, condannata in via definitiva all'ergastolo in Cassazione. Sarebbero troppi gli «errori» contenuti nelle confessioni rispetto a quanto emerso in seguito. La stessa difesa dei coniugi Romano è al lavoro per una richiesta di revisione della sentenza e, nei mesi scorsi, ha chiesto l'accesso a dei reperti mai analizzati sulla scena del delitto, quali un accendino, un mazzo di chiavi e dei peli ritrovati nell'appartamento. A questo proposito, gli avvocati Fabio Schembri, Luisa Bordeaux e il professor Nico D'Ascola hanno di recente inviato al pm di Como una richiesta di accesso ai reperti, sempre in previsione di una richiesta di revisione della sentenza per l'ex netturbino e l'ex donna delle pulizie reclusi rispettivamente a Opera e a Bollate, a Milano. Nella strage furono uccisi Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, di poco più di due anni, la madre di Raffaella, Paola Galli, e una loro vicina di casa, Valeria Cherubini. Rimase gravemente ferito, e divenne il principale testimone conto i coniugi Romano, Mario Frigerio, che morì anni dopo.

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