Ventisei anni fa la strage di Capaci: il ricordo nell'aula bunker di Palermo

Ventisei anni fa la strage di Capaci: il ricordo nell'aula bunker di Palermo
Mercoledì 23 Maggio 2018, 10:24 - Ultimo agg. 21 Maggio, 21:47
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«Un paese che non ricerca la verità è un Paese che si piega su se stesso. Dobbiamo cercare di fare luce in tutti i modi possibili su tutte le stragi del nostro Paese che aspettano ancora una verità definitiva». Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico arrivando all'aria bunker di Palermo per il 26esimo anniversario della strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone e gli uomini della scorta. «Ieri ho incontrato la famiglia Regeni che chiede verità per quello che è successo in Egitto - ha aggiunto - Lo Stato italiano deve garantire la massima collaborazione in tutte le sue fattispecie per la ricerca della verità». «L'insabbiamento è qualcosa che dobbiamo definitivamente interrompere. Diciotto anni fa ho deciso da che parte stare e lo porterò fino in fondo» ha concluso Roberto Fico.

Commovente anche il ricordo di Pietro Grasso. «Caro Giovanni, il tempo passa, passa eccome. Me ne accorgo guardando questa foto: eravamo a Roma, nei primissimi mesi del '90, lavoravamo assiduamente a una strategia complessiva per combattere la mafia e le sue ramificazioni nella società, nella politica, nell'imprenditoria.Il tempo passa, è vero. 26 lunghissimi anni nei quali ci sei mancato tantissimo come uomo, come amico, come collega». Ha scritto su Facebook l'ex presidente del Senato, Pietro Grasso, attuale leader di Leu. «Molte volte - spiega - ci siamo sentiti persi senza di te. Una cosa però, ha sconfitto i 500kg di tritolo che usarono per uccidere te, Francesca, Vito, Rocco, Antonio: brilla negli occhi delle migliaia di cittadini, soprattutto giovani, che oggi ti ricordano, che hanno appreso da te cosa significhi credere nella legalità, impegnarsi per essa sempre e comunque, anche quando tutto sembra impossibile. Molti non erano neanche nati nel 1992, eppure sono qui. Loro hanno capito, Giovanni. Sono loro gli uomini e le donne sulle quali camminano ogni giorno le tue idee».

«Non possiamo illuderci: la mafia non è sconfitta, è ancora forte.
E una mafia silenziosa che continua a farsi i propri affari. I giovani, però, ci danno speranza, la speranza, come diceva Giovanni, che la mafia avrà una sua fine con l'impegno di tutti». Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice antimafia ucciso nella strage di Capaci, accogliendo i ragazzi arrivati a bordo della Nave della Legalità
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