Sangue infetto, nuova condanna. Il risarcimento da 92.000 euro arriva a 1 milione

L'avvocato Renato Mattarelli
L'avvocato Renato Mattarelli
di Giovanni Del Giaccio
Venerdì 24 Febbraio 2017, 12:12 - Ultimo agg. 12:26
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La condanna al risarcimento per una trasfusione infetta risalente alla fine degli anni '70 è di 92.000 euro, ma con interessi e rivalutazioni il ministero della Salute dovrà pagare circa 1 milione. Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Roma, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato Renato Mattarelli per conto di un uomo di 54 anni che ha scoperto venti anni dopo le trasfusioni di aver contratto l'epatite C.

Trasfusioni avvenute all'ospedale "Santa Maria Goretti" di Latina tra dicembre '78 e gennaio '79, anche se in primo grado il Tribunale di Latina aveva respinto la richiesta di risarcimento avanzata nel 2007. Con la sentenza notificata oggi la Corte d'Appello rovescia il giudizio e « ha condannato lo Stato a pagare all'uomo   92.000 euro - spiega l'avvocato Mattarelli - ma anche la rivalutazione monetaria e gli interessi calcolati anno per anno dal 1978-1979 che fanno lievitare ad oggi la somma a circa 980mila euro».

Lo stesso avvocato ripercorre il copione delle responsabilità «dell'ospedale pontino e quindi anche del Ministero che aveva l'obbligo d vigilare sulla filiera delle donazioni-trasfusioni ma nonostante le conoscenze scientifiche del tempo  e  le leggi esistenti, a partire dal metà degli anni '60, imponessero precisi controlli sui donatori nessuno si è mai preso la briga di effettuarli con la conseguenza che si è verificata una massiccia veicolazione di virus patogeni».

Le condanne per trasfusioni di sangue infetto sono all'ordine del giorno e l'Italia è stata anche condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per le lungaggini dei processi e nel pagare i risarcimenti. 
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