Nell'inchiesta, che era stata trasferita da Roma a Milano nei mesi scorsi, risultano indagati per omicidio colposo cinque medici, due del San Raffaele e tre del San Camillo. Secondo gli esperti Cristina Basso, Ugolino Livi, Massimo Montisci e Francesco Tona, nominati dal pm Francesco De Tommasi, il «rischio di esito sfavorevole» dell'intervento era da considerarsi «standard e le anomalie riscontrate nel cuore del donatore potevano al più allertare gli operatori per un monitoraggio stretto post-trapianto, ma niente avrebbero potuto fare con l'insufficienza d'organo appalesatasi immediatamente dopo il trapianto».
I legali dei familiari dell'uomo morto al San Camillo, dopo il deposito della loro consulenza e di quella degli esperti della Procura, hanno già preannunciato che faranno confluire negli atti d'indagine altre note integrative.
Gli inquirenti, poi, valuteranno se serviranno ulteriori approfondimenti.