Pericolo ritorsioni contro i militari,
sale il livello di allerta in Italia

Pericolo ritorsioni contro i militari, sale il livello di allerta in Italia
di Cristiana Mangani e Sara Menafra
Sabato 24 Dicembre 2016, 10:09 - Ultimo agg. 18:51
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Sono le 7,30 di ieri mattina quando il capo della polizia Franco Gabrielli firma una circolare nella quale chiede «massima attenzione» nei confronti di poliziotti e di tutto il personale delle forze dell’ordine. L’uccisione di Anis Amri è avvenuta da qualche ora, e i vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza sanno bene che ora il rischio sono «le possibili ritorsioni» contro chi indossa una divisa. Per questo Gabrielli invita a non abbassare la guardia, disponendo di intraprendere ogni iniziativa utile per garantire la massima sicurezza e la tutela degli operatori. Gli agenti che hanno bloccato il killer di Berlino saranno proposti per la promozione per meriti straordinari. Ma nel frattempo il livello di allerta è elevato al massimo e i presidi di militari e forze dell’ordine sono stati rinforzati.
 


Esperti di intelligence non escludono infatti che il tunisino sfuggito alla Germania, volesse concludere la sua missione con un attentato simile a quello di Berlino, magari in qualche città italiana del Nord. E quindi dai vertici del Viminale si invita all’attenzione massima. Squadre antiterrorismo in giro per le città e la questura della Capitale che ha disposto il divieto di circolazione dei camion nel centro durante le feste natalizie. Ai varchi di alcune piazze sono stati già montati jersey e betafence, una sorta di transenne in muratura, per vietare gli ingressi ai mezzi di trasporto e facilitare i controlli. «Dovremmo imparare a vivere come se fossimo a Tel Aviv - avverte un esperto di terrorismo analizzando la situazione del nostro paese - Del resto, oggi a Parigi, per entrare in un centro commerciale devi aprirti la giacca, evitare borse voluminose, e accettare tutti i controlli».

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