Pensioni, il piano per i giovani:
600 euro se mancano i contributi
Stretta sulle malattie degli statali

Pensioni, il piano per i giovani: 600 euro se mancano i contributi Stretta sulle malattie degli statali
Mercoledì 30 Agosto 2017, 18:15 - Ultimo agg. 31 Agosto, 08:33
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Prende forma la proposta del governo per garantire ai giovani che andranno in pensione integralmente con il sistema contributivo una rete di sicurezza che garantisca loro un assegno minimo da 600-620 euro, in caso i contributi versati non siano sufficienti a raggiungere questa soglia, e la possibilità di andare in pensione a 63 anni e 7 mesi seppur con contribuzioni più alte. 

È quanto ipotizzato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, al tavolo con i sindacati che si è svolto oggi al ministero sulla cosiddetta fase due della previdenza. Alle regole attuali i giovani potrebbero lasciare il lavoro una volta raggiunta l'età pensionabile solo in caso nel caso abbiano maturato una pensione pari a 1,5 volte l'assegno sociale, l'idea è quella di abbassarla a 1,2 volte.

Il tema però potrebbe non essere in cima all'agenda del governo. «Non è un problema urgente - ha spiegato Leonardi - va discusso e affrontato ma non è un punto urgente all'ordine del giorno perchè riguarda giovani che andranno in pensione tra 20 anni». Dal canto suo, Poletti ha ribadito: «Il tema è all'ordine del giorno, è in discussione e continueremo a discuterlo ma il problema non si configura domani mattina».

IL NO DI BOERI
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, non condivide l'introduzione di una pensione di garanzia per i giovani che hanno avuto carriere discontinue perché sarebbe un trasferimento di costi a carico delle generazioni future. Più utile per i giovani, invece, l'introduzione di sgravi contributivi che consente di ottenere contratti stabili. In questo caso i contributi sarebbero fiscalizzati - spiega a margine della presentazione del Polo unico per le visite mediche di controllo che partirà il primo settembre - e quindi a pagare sarebbero le generazioni che sono state più avvantaggiate rispetto ai giovani.

LA STRETTA SUGLI STATALI
Una novità cerca è la stretta sulle malattie degli impiegati pubblici: parte il Polo unico per le visite mediche di controllo che pone in capo all'Inps la vigilanza completa anche sui travet. Finora l'Inps faceva le visite fiscali ai lavoratori privati sia d'ufficio che su richiesta del datore di lavoro e quelle su richiesta dell'amministrazione per i lavoratori pubblici.

OBIETTIVO 500MILA CONTROLLI
Ad agire d'ufficio sui controlli sulle malattie dei dipendenti pubblici era invece la Asl. Si dovrebbe partire con percentuali di controllo analoghe a quelle del privato (5% dei certificati) per circa 300.000 visite l'anno con l'obiettivo di arrivare a regime (come auspicato dal presidente dell'Inps, Tito Boeri nella sula Relazione annuale) a 500.000 controlli. «Vorrei sottolineare il termine unico - ha detto Boeri presentando il nuovo sistema - questa iniziativa è molto importante , ci consente di di garantire uniformità nei controlli. Oggi ci sono differenze sensibili tra pubblico e privato e anche all'interno del settore pubblico».

Nel settore privato la media dei giorni di malattia è di 5 giorni l'anno mentre nel pubblico è di 11 giorni con differenze significative tra Nord Est (9,8) e Isole (13). «Ci attendiamo - ha detto ancora - di migliorare l'efficienza dei controlli». La ministra della pubblica amministrazione, Marianna Madia su Twitter ha affermato che il Polo unico dell'Inps sulle visite fiscali garantirà «un migliore impiego di risorse pubbliche» annunciando una stretta sulle «assenze reiterate e di massa». È probabile che il nuovo sistema porti risparmi dato che sulle 20.000 visite fiscali ai dipendenti pubblici richieste dall'amministrazione si è riscontrata l'idoneità al ritorno al lavoro nel 50% dei casi.

VISITE MIRATE
Le visite - ha assicurato Boeri - saranno mirate puntando a colpire le situazioni di abuso. Saranno concentrate nei giorni vicini al fine settimana e ai giorni festivi perchè sono quelli nei quali si accumulano più certificati ma terranno conto anche delle storie personali. Saranno aumentati i medici (è previsto un nuovo bando per i medici esterni) e sarà previsto un sistema di bonus sugli accertamenti.

IL CERVELLONE ELETTRONICO
Sarà comunque un software molto avanzato a indicare quali dovranno essere le visite da fare. Per le fasce di reperibilità è atteso il decreto ma il momento dovrebbero restare quelle esistenti (sette ore per il settore pubblico, quattro per il privato). Boeri ha ribadito la sua richiesta di uniformare le fasce del privato con quelle del pubblico (ora sono 9-13 e 15-18 per il pubblico e 10-12 e 17-19 per il privato). «La reperibilità nel nostro Paese - ha detto Boeri - ha l'onere della prova invertito rispetto ad altri». Il malato, in pratica, dovrebbe stare a casa a meno di dover fare terapie. Sulle 321.66 visite d'ufficio fatte dall'Inps nel 2016 a lavoratori privati 34.338 (il 10,7%) hanno rilevato un'assenza ingiustificata. «Il Polo unico - conclude l'Inps - consentirà sia di fare economie di scala sia strategia di verifiche mirate»

 

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