Roma, a Ostia la manifestazione per la libertà di stampa, Libera e Fnsi: «Mai con mafiosi e fascisti»

Roma, a Ostia la manifestazione per la libertà di stampa, Libera e Fnsi: «Mai con mafiosi e fascisti»
Giovedì 16 Novembre 2017, 17:52 - Ultimo agg. 19:12
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A piazza Anco Marzio a Ostia la manifestazione contro le mafie e la libertà di stampa indetta da Libera e Fnsi dopo l'aggressione alla troupe di Nemo da parte di Roberto Spada all'indomani del primo turno delle elezioni municipali.

Centinaia di persone hanno partecipato al presidio, a cui hanno aderito anche Cgil, Cisl e Uil, e che ha raccolto adesioni bipartisan dal centrodestra al centrosinistra al M5S. Presenti anche numerosi giornalisti sotto scorta insieme con Daniele Piervincenzi, vittima dell'aggressione a Ostia. «Né con la mafia né con i fascisti. Non siamo tutti uguali, c'è chi sta con la Costituzione e chi ne fa strage - ha detto il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti - Il primo saluto lo voglio fare non alle istituzioni ma ai cittadini e alle cittadine di Ostia, a tutte le associazioni che ogni giorno combattono per la legalità: qui non ci sono solo clan ma uomini e donne che ogni giorno portano avanti una battaglia per la legalità. Questa piazza deve avere una penna, la libertà di informazione è la Costituzione - ha aggiunto - ogni divisione rischia di aprire la strada ad avventure pericolose». 
 

«Noi oggi parleremo di giornalisti minacciati - ha aggiunto - è fondamentale che non si spengano i riflettori, che sia accesa la scorta mediatica, che si parli non solo di corrotti ma anche di studenti e cittadini comuni, e vorrei ringraziare tutte le donne e gli uomini delle scorte che rischiano la vita tutti i giorni». Giulietti ha poi ricordato il giornalista ucciso dalla camorra Giancarlo Siani: «alcuni di noi non si sono ricordati di stargli accanto per tempo, vorrei non accadesse mai più»

«Mai con i mafiosi e mai con i fascisti si può dire in questa piazza, lo prevede la Costituzione. C'è chi sta con la Costituzione e chi fa strage dei suoi valori». Così in piazza Anco Marzio a Ostia Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), il sindacato dei giornalisti, che promuove assieme a Libera la manifestazione antimafia e per la libertà di stampa dopo l'aggressione di Roberto Spada alla troupe Rai. « Ostia non è solo clan - ha detto Giulietti -. Ci sono tante donne e uomini che lottano ogni giorno. Chi ha alzato la voce contro le testate è il benvenuto qui, a prescindere dalle sue idee politiche. Ora non bisogna spegnere i riflettori, a Ostia e altrove, sui cronisti minacciati, dobbiamo dargli una scorta mediatica». Giulietti ha salutato Daniele Piervincenzi, il cronista aggredito da Roberto Spada, Federica Angeli di Repubblica da anni sotto scorta e altri giornalisti presenti. In piazza alcune centinaia di persone con Cgil, Cisl e Uil e altre organizzazioni.

È poi intervenuta anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che si è rivolta a un gruppo di studentesse che a margine della manifestazione contro le mafie a Ostia le chiedeva la creazione di spazi di aggregazione per i giovani del litorale: «Siamo con voi. Mi fa piacere sentire dei giovani che vogliono ripartire dal territorio. Noi siamo a fianco a voi, se possiamo aiutarvi a creare occasioni di incontro perché i giovani studenti si sentano appoggiati dall'amministrazione. Sappiamo che è un territorio difficile quello del litorale e vi ringrazio perché siete delle giovani donne combattive».

Quella di Grillo «è ironia e mi permetto di dire che probabilmente è satira. Voi ci insegnate che la satira è una forma estremamente particolare di critica. Io direi di non mescolare assolutamente i due piani, noi siamo sempre contro la violenza che deve essere stigmatizzata», ha risposto Raggi interpellata su Beppe Grillo che disse «i giornalisti li mangerei e li vomiterei».

La presidente della Camera, Laura Boldrini, parlando con i giornalisti a Ostia ha detto: «Siamo qui per dimostrare alle croniste e ai cronisti che non sono soli, che le istituzioni ci sono e c'è anche tanta gente, tante persone che hanno voluto esserci, e sono venute anche da fuori. Alcuni mettono in atto metodi intimidatori e pensano di essere i padroni, invece non sono i padroni perché qui lo Stato c'è, in questa periferia come in molte altre periferie delle grandi città italiane, dove ci sono problemi ma anche tante persone che si ribellano alla violenza e alla criminalità, rimboccandosi le maniche e facendo qualcosa. Io cerco di dare voce a queste persone perché sono loro il nostro valore aggiunto».

«La politica deve rispondere su più livelli: innanzitutto facendo buone leggi, e penso che in questa legislatura ne abbiamo fatte per affermare la legalità.
Ma poi bisogna essere sempre in mezzo alle persone, dove ci sono i problemi. Io nel mio piccolo ho provato ad esserci, nelle periferie e in territori difficili», ha detto ancora Boldrini, «Bisogna farlo di più, aprire le porte dei palazzi e far venire le periferie. Far capire che le persone non sono sole e dunque non si devono affidare ai mafiosi per risolvere i loro problemi. Come ha detto Don Ciotti questo è uno sforzo che dobbiamo fare tutti: la politica ma anche i singoli cittadini e le associazioni che in questo danno una mano, perché aggregano e quando si sta insieme si ha più forza».
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