Un anno al padre e sei mesi alla madre di Lucio Marzo, condannato in via definitiva a 18 anni ed 8 mesi di carcere per avere ucciso, il 3 settembre del 2017, la 16enne di Specchia Noemi Durini, sotterrandola ancora viva sotto a un cumulo di pietre nelle campagne di Castrignano del Capo. Biagio Marzo e Rocchetta Rizzelli, 65 e 56 anni, di Alessano, sono stati condannati per diffamazione dal giudice della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, Roberto Tanisi. Rispondono dei giudizi dati su Noemi nella trasmissione televisiva “Chi l'ha visto” del 20 settembre del 2017, durante la quale proferirono le parole riportate nel capo di imputazione dell'inchiesta condotta dal pubblico ministero Roberta Licci: «Era una ragazza notturna, altro che solare, si è infilata in casa di notte...a me lo ha detto chiaramente “ti devo fare impazzire”...aveva problemi, era gelosa...si è chiusa nell'armadio e poi è andata a letto con mio figlio...ma la ragazzina aveva un bagaglio di esperienza molto più grande».
Le frasi offensive
Nel capo di imputazione si parla anche di circostanze emerse nell'inchiesta sull'omicidio della ragazza: «Era tutt'altro che una brava ragazza», ancora le parole dei genitori di Lucio Marzo. «Si accompagnava con delinquenti di 30-40 anni, una ragazzina di 16 e non voglio andare oltre...addirittura aveva dato i soldi ad un certo tipo per comprare una pistola e per sparaci, addirittura incitava mio figlio perché ci scannasse tutti».